Sognare è un’attività che appartiene all’esperienza umana e non solo: tutti i mammiferi sognano e nei bambini l’attività onirica può essere anche più intensa che negli adulti. I bambini quindi sognano, e sognano molto, ma hanno difficoltà ad esprimere a parole ciò che hanno sognato, soprattutto quando sono molto piccoli e non hanno ancora le capacità cognitive e linguistiche per mettere in forma di narrazione il contenuto dei loro sogni. Solo dai 3 anni i bambini sviluppano la capacità di raccontare e con l’aumentare dell’età, i sogni raccontati sono più articolati, più ricchi di dettagli e di aspetti emotivi. La forma e il contenuto del sogno infantile procedono quindi di pari passo con lo sviluppo cognitivo e in particolare con lo sviluppo delle capacità simboliche, visuospaziali e linguistiche.
Anche da un punto di vista neurofisiologico i bambini sognano in modo diverso dagli adulti. I neonati hanno fasi di sonno leggero, sonno profondo e sonno REM, in cui maggiormente avvengono i sogni. Nell’adulto, nella fase REM in cui avvengono i sogni c’è anche una atonia dei muscoli, che ha lo scopo di evitare che la persona agisca il sogno con il movimento. Nei bambini invece questa atonia non avviene, perciò possono mostrare agitazione, movimenti delle mani e delle gambe durante il sogno. L’attività REM è presente già nella vita fetale e possiamo ipotizzare che anche il feto sogni, anche se ad oggi è molto difficile averne la prova scientifica. Un neonato dorme circa 16-18 ore al giorno e passa circa 8-9 ore sognando. Una teoria sulla funzione di una tale quantità di tempo dedicata al sogno, è che durante il sogno nel cervello vengano consolidate memorie innate e acquisite durante la veglia.
I sogni dei bambini di 3-5 anni hanno una forma molto semplice, espressa con poche parole, una o due frasi, e spesso sono riconducibili alle esperienze e attività svolte durante la veglia e contengono immagini riferibili ai bisogni di base: il cibo, la cura, il corpo. Ad esempio, il bambino ha sete e sogna di alzarsi a bere, ha fame e sogna di mangiare. A questa età, i sogni sono brevi, chiari e facili da comprendere: si tratta in genere della reazione psichica a esperienze di vita del giorno prima e in particolare dell’appagamento di un desiderio del bambino nato il giorno precedente e non soddisfatto nella realtà. Dai 5-7 anni i sogni diventano più complessi, i racconti sono più lunghi (circa 40 parole), con più piani temporali e cominciano a comparire sogni bizzarri. Dopo i 4 anni cominciano a comparire anche i sogni di avventura, con personaggi selvaggi e cattivi che possono esprimere in forma simbolica aggressività, paure e sensi di colpa. Dai 7 anni alla preadolescenza i sogni riguardano soprattutto scene di vita quotidiana, il rapporto con la famiglia, la scuola e gli amici, mentre nell’adolescenza sono più incentrati sul corpo, la sessualità e l’identità in formazione.
Intorno ai 18 mesi compaiono terrore e panico notturni, episodi in cui il bambino si sveglia in preda a un panico inspiegabile e che aumentano tra i 4 e i 10 anni. Anche gli incubi compaiono verso i 2 anni e raggiungono un picco tra i 6 e i 10anni. Gli incubi sono sogni spaventosi che provocano il risveglio, frequenti nell’infanzia. I terrori notturni si manifestano con risvegli in preda al panico e con agitazione motoria, ma si differenziano dagli incubi perché non sono accompagnati dal ricordo di un sogno. Incubi e terrori notturni sono influenzati da fattori ambientali ed emozionali, possono essere il riflesso di tensioni e ansie del bambino, di situazioni di stress vissute durante il giorno, ma sono anche la manifestazione di un progresso nella maturazione e nell’immaginazione del bambino e pertanto non sono di per sé negativi o patologici.
Per quanto riguarda l’origine dei sogni, a 3-5 anni i bambini credono che i sogni vengano dall’esterno, dalla notte, dal buio e credono di vederli davanti a sé attraverso i propri occhi, come un film. Pensano inoltre che anche altri presenti nella stanza siano in grado di vedere i loro sogni. A questa età hanno ancora difficoltà a distinguere il sogno dalla realtà. A 6/8 anni i bambini pensano che i sogni provengano dalla loro testa ma li localizzano comunque all’esterno di sé, nella camera. Solo dopo i 9 anni considerano il sogno come qualcosa di interno a sé, che avviene nella mente attraverso il pensiero.
I sogni dei bambini possono essere piacevoli ma anche spaventosi e angoscianti, perciò è molto importante prestare ascolto e attenzione quando un bambino racconta i suoi sogni, anche perché i bambini sono desiderosi di condividere con i genitori i loro sogni, così come amano raccontare cosa hanno fatto da svegli, i propri pensieri e sentimenti. I sogni dei bambini possono fornire informazioni sul loro benessere o malessere e dare espressione a paure, desideri, conflitti, così come accade per i sogni degli adulti. Ma anche per i sogni dei bambini, come per quelli degli adulti, non è possibile stabilire un significato univoco: la loro interpretazione deve sempre essere inserita nel contesto di vita del bambino. Lo stesso elemento del sogno che può spaventare un bambino, può al contrario divertire un altro, in base alla percezione che ne ha solitamente il bambino. I sogni possono poi essere un riflesso delle attività svolte durante la giornata o di emozioni legate a situazioni che i bambini stanno vivendo. Se lo stesso sogno è ricorrente, può indicare una problematica particolarmente coinvolgente per il bambino e che può essere opportuno approfondire.
Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
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