Leggevo che ci sono persone che si scattano finte foto su sfondi da sogno da pubblicare sui social, per fingere di essere state in vacanza in luoghi invidiabili. Niente di nuovo, la versione più tecnologica di quanti in passato facevano provviste e si tappavano in casa per due settimane, per poi inventare di essere stati in ferie fuori città.
D’altra parte, come biasimarli? Reggere all’insistenza del “Dove vai in vacanza?” e alla pressione sociale che esige che d’estate si vada tutti in vacanza, e soprattutto, si vada tutti in viaggio, non è sempre semplice. Più rapido mentire per evitare di imbarcarsi in discussioni a volte imbarazzanti.
Possono essere diversi i motivi per cui una persona non va in vacanza, o passa le ferie senza spostarsi in qualche altro luogo. Chi domanda «Allora, dove vai di bello in vacanza?», e al «Da nessuna parte» continua ad insistere e non demordere («Ma come, non vai in vacanza? Ma neanche tre, quattro giorni?»; «Ma perché, non ti danno le ferie?»; «Ma perché? Guarda che adesso i voli per Londra costano una sciocchezza»; «Ma guarda che non ti fa bene non staccare mai!» ecc.), non considerano di poter essere inopportuni e di toccare punti delicati, o si mostrano incapaci di ascoltare e accettare abitudini, punti di vista e gusti diversi dai propri.
Alcune persone non andranno in vacanza questa estate perché non possono: hanno problemi economici; hanno perso il lavoro; hanno appena trovato un nuovo lavoro e non hanno le ferie; sono malate, anche se a vederle non lo diresti; hanno un familiare malato che non possono o non vogliono lasciare; hanno disturbi psicologici che gli rendono difficile viaggiare anche se lo desidererebbero. O chissà che altro ancora.
Altre non ci andranno per scelta: preferiscono spendere soldi per altro; amano stare in vacanza senza viaggiare, rimanendo nei luoghi in cui di solito vivono e dedicandosi a ciò che amano o riposandosi; sono persone tendenzialmente introverse che non hanno bisogno di stimoli esterni ma hanno una ricca vita interiore e trovano appagamento in attività tranquille.
Ci sono anche persone che hanno saputo costruirsi una vita quotidiana appagante concedendosi piccoli spazi di vacanza costanti e che non hanno necessità di staccare per scappare dalla routine e concentrare in pochi giorni tutto ciò che hanno agognato per mesi. Altri trovano piacere nel godersi senza fretta i posti soliti, il già conosciuto e il consueto, senza per questo essere chiusi mentalmente e gretti.
C’è infatti un pregiudizio sociale per cui chi non viaggia è una persona provinciale, non aperta al diverso e al cambiamento, restia a mettersi in discussione, di mente poco flessibile. Anche per questo, chi non ama viaggiare è restio a confessarlo. Al contrario, chi ama viaggiare lo declama con orgoglio, certo dell’approvazione sociale, in quanto caratteristica considerata positiva in senso assoluto e collegata ad altri buoni tratti del carattere. Non si pensa che, al contrario, fare vacanze possa essere una necessità dettata dal non trovarsi in pace in nessun posto, o dal bisogno di aumentare la propria autostima mostrandole agli altri.
Ora, vacanza e viaggio sono due concetti diversi, e riguardo ai viaggi, occorrerebbe distinguere tra il viaggiatore e il turista, perché diverso è il senso del viaggio nei due casi. Ma nei discorsi tipicamente estivi sulle vacanze non si va troppo per il sottile. Resta il fatto che troppe persone si trovano in difficoltà nel giustificare il proprio sottrarsi al conformismo vacanziero, per cui d’estate è “normale” andare in vacanza, e andarci fa sentire e fa essere considerati “normali”.
Dott.ssa Lucia Montesi
Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
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