Benessere

La rabbia nella coppia, a cosa serve e come gestirla

Rabbia e conflitto nella coppia non sono necessariamente negativi. Per gestirli in modo costruttivo occorre prima capire che funzione svolgono

Tutte le coppie che arrivano in terapia si trovano in una condizione di conflitto, che a volte si manifesta in modo diretto ed esplicito e altre volte resta nascosto o viene negato. Anche il grado di intensità emozionale può essere diverso da una coppia all’altra, ma in ogni caso il conflitto all’interno di una coppia è in qualche misura inevitabile: ciò che determina quanto il conflitto diventi fonte di sofferenza, è il modo costruttivo o distruttivo con cui i partner lo gestiscono. Se il conflitto viene gestito in modo sano, può costituire una forza per la coppia, perché permette ad entrambi i partner di sentirsi ascoltati, compresi, rispettati e di ottenere ciò che desiderano. In terapia di coppia, il compito del terapeuta non è  quello di evitare, prevenire o minimizzare il conflitto; il terapeuta non deve temere il conflitto e tentare di soffocarlo, ma aiutare la coppia a gestirlo, a partire dal fatto di  considerarlo normale e dall’abbandonare la convinzione che una coppia felice debba essere priva di problemi.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

Una grande conquista, nella capacità di gestire i conflitti, è diventare consapevoli di quale funzione svolga la rabbia nella propria coppia. Di solito quando c’è un conflitto c’è anche rabbia, l’emozione considerata più distruttiva per la coppia, emozione che spesso spaventa anche il terapeuta. Piuttosto che reprimerla, diventa invece prezioso decodificarla, capirne il significato per ogni partner e portare alla luce la sua funzione nel rapporto e i vantaggi, spesso non consapevoli, che produce.

Vediamo alcune funzioni che possono essere svolte dalla rabbia nel conflitto di coppia (G. Weeks, S. Treat, “Terapia di coppia”):

  • La rabbia può essere usata come protezione da altri sentimenti più dolorosi, come tristezza, paura, impotenza, senso di colpa, sentimenti che sono più difficili da ammettere, non solo al partner ma anche a sé stessi. Succede spesso, ad esempio, che in una coppia in cui uno dei partner sia gravemente malato, paradossalmente si cominci a litigare proprio nel momento in cui ci si aspetterebbe una maggiore vicinanza. Piuttosto che sperimentare il dolore per la malattia, i sentimenti depressivi o la paura della perdita, tutto viene coperto dalla rabbia, emozione sgradevole ma comunque preferibile in quanto anestetizza altri stati emotivi più intollerabili.
  • La rabbia può regolare la distanza nel rapporto. Molte coppie hanno difficoltà a vivere l’intimità, nel senso di vicinanza emotiva all’altro, che viene percepita anche come pericolosa vulnerabilità. Quando si sente che si è troppo vicini e quindi anche vulnerabili, litigare può servire a ristabilire una distanza “di sicurezza” in cui ci si sente meno esposti. Entrambi i partner possono temere così tanto l’intimità, da aver bisogno di un rapporto in cui l’intimità sia irraggiungibile.
  • Al contrario, la rabbia può servire anche a riavvicinare il partner quando la distanza diventa eccessiva, è come un grido per essere visti, sentiti, un modo per far capire che si percepisce l’altro fisicamente o emotivamente distante, un modo per coinvolgerlo.
  • La rabbia può essere usata per mettere alla prova l’amore del partner. Chi teme di essere abbandonato, chi ha una bassa autostima e teme costantemente di essere rifiutato, può cercare di allontanare l’altro con un atteggiamento aggressivo, per vedere se l’altro resiste o comunque ritorna e sentirsi perciò rassicurato: “Se nonostante lo tratti male resta con me, significa che ci tiene davvero”.
  • La rabbia può servire a controllare il partner e ad avere un potere intimidendolo e soggiogandolo, come avviene ad esempio con la personalità narcisista o paranoide o sociopatica; può servire a suscitare nel partner senso di colpa mantenendolo in una posizione di sudditanza e di dipendenza, può essere usata come punizione. La rabbia della persona narcisista si esprime  con silenzi, con esplosioni, con il sarcasmo, al fine di manipolare e ritorcere sull’altro la responsabilità del proprio comportamento, allontanandola da sé.
  • La rabbia è invece usata in modo costruttivo quando serve a segnalare la violazione di un proprio diritto e a reclamarne il rispetto, a mostrare le proprie esigenze, a proteggere i propri confini da un’intrusione eccessiva, a segnalare e affrontare i problemi piuttosto che insabbiarli; è sano che entrambi i partner di volta in volta si sentano legittimati a esprimere la propria rabbia, in una condizione di parità e di flessibilità.

Capire quale funzione svolga la rabbia nella propria coppia è un passaggio imprescindibile per poter imparare a gestirla. Un altro elemento necessario per dare significato alla rabbia nel rapporto di coppia è il ruolo della  famiglia di origine e la sua influenza sul modo in cui ciascun partner usa e vive la rabbia. L’influenza  della famiglia di origine tocca molti aspetti della vita di un individuo e si estende anche alle convinzioni e agli atteggiamenti verso la rabbia: come gestivano la rabbia i propri genitori? E come reagivano alla propria rabbia? Anche la scelta del partner risente di queste esperienze: ad esempio, una persona cresciuta in una famiglia con molta aggressività, potrebbe cercare un partner che appaia poco rabbioso, o al contrario potrebbe inconsciamente ripetere lo stesso copione visto tra i genitori, seppur rigettandolo razionalmente. La coppia può scoprire in sé la stessa dinamica presente in una o in entrambe le famiglie di origine dei partner e questa consapevolezza può mitigare l’intensità emotiva dei conflitti, farli vedere sotto una nuova luce  e permettere di gestirli meglio.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
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