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Perchè non mi dice “Ti amo?”

I motivi per cui una persona non pronuncia queste parole pur provando il sentimento possono essere diversi: dal pudore, alla paura di essere vulnerabile, al timore di non essere all'altezza di un impegno. L'analisi della psicoterapeuta Lucia Montesi

La domanda se la fanno in genere le donne, o mentre attendono che lui finalmente si sbilanci all’inizio di una relazione, o quando, all’interno di una storia ormai consolidata, le due magiche parole continuano a non arrivare. «Perché non mi dice ti amo?» può diventare un vero punto dolente che innesca paure, sospetti, o recriminazioni e accuse verso il partner.

In realtà negli ultimi tempi gli uomini sono diventati più inclini a pronunciare la fatidica frase, e al contrario le donne sono diventate più prudenti, però il problema del “perché non lo dice” è una lamentela tipicamente femminile.

Lucia Montesi
Lucia Montesi

I motivi per cui una persona non dice «Ti amo» possono essere diversi. Tralascio le situazioni in cui questo accade semplicemente, e coerentemente, perché in effetti non prova amore o non intende costruire una relazione stabile e importante. In questo caso, mancheranno anche tutti gli altri segnali che una persona innamorata dimostra, anche se a volte le donne sono sorprendentemente cieche di fronte alla realtà e continuano ad illudersi e sperare altro nonostante ogni evidenza. Tralascio anche le situazioni opposte in cui il «Ti amo» è detto con fin troppa facilità, per superficialità o invece con l’intento di manipolare e sedurre l’altro lusingandolo per conquistarne la disponibilità e la fiducia.

Piuttosto, vorrei parlare di tutti quei casi in cui uno in effetti ama, o prova comunque un forte affetto, sentimento, ma non lo dice, non vuole o non riesce a dirlo.

Dire «Ti amo» rappresenta comunque un passaggio a qualcosa di più stabile e definito, a maggior ragione nel momento attuale in cui le relazioni sono molto più fluide e i limiti che le definiscono sono molto più sfumati. Soprattutto all’inizio di una relazione, perciò, rimanda a un maggior impegno verso l’altro, con conseguenti diritti e doveri, con il timore di non riuscire a rispettare questo impegno, di non poter più tornare indietro nel caso di un ripensamento, di una maggior responsabilità e anche un maggior rischio di recriminazioni dell’altro: «Ma come, avevi detto di amarmi!».

Alcune persone sono restie a pronunciare due parole a cui attribuiscono molto valore, un significato speciale, e perciò esitano e attendono di avere una maggior certezza sulla realtà dei propri sentimenti. Altre sono rimaste deluse o ferite da precedenti relazioni e si trattengono per paura di esporsi troppo e di essere nuovamente ferite, o non ricambiate. Qualcuno non lo dirà mai, perché vuole tenersi comunque quel margine di protezione all’interno del quale non si sente in balìa di un altro, pur magari amandolo sinceramente.

Molti uomini si sentono imbarazzati e impacciati nel dire «Ti amo», si sentono vulnerabili o temono di apparire troppo teneri e fragili. In genere le donne sono più allenate fin da piccole ad utilizzare il linguaggio e sono molto più a proprio agio anche nel comunicare e condividere i sentimenti; la loro educazione e gli stessi giochi a cui sono indirizzate tendono ad alimentare ulteriormente queste loro attitudini che in parte hanno un’origine genetica. Gli uomini di solito sono educati più verso l’azione e la realizzazione di sé che alla cura della relazione  e della comunicazione, pertanto poi hanno maggiore difficoltà ad esprimere i propri sentimenti, nella coppia e in altri contesti di vita.

D’altra parte, la maggiore concretezza permette loro di esprimere l’amore con gesti e comportamenti, che non sempre le donne sanno cogliere o che danno per scontati. Gesti non plateali, che appartengono alla quotidianità e che tuttavia sono il mezzo per esprimere amore, attenzione, preoccupazione per l’altro, desiderio che stia bene. Frasi come «Vai piano», «Chiama quando arrivi», «Sei stanca, lascia stare i piatti, ci penso io», «Guardiamo il film che piace a te», «Non prendere freddo, ti porto la coperta», «Hai mangiato?», «Voglio presentarti ai miei amici», «Ti accompagno a fare shopping», «Tu sei a dieta…il dolce non lo prendo neanche io», possono essere l’equivalente di un «Ti amo» e anzi, possono valere ancora di più perché sono fatti, e non solo parole.

Piuttosto, se sentiamo di avere tutte queste manifestazioni di amore e tuttavia ci pungola lo stesso il fatto che, malgrado tutto, quel «Ti amo» non arrivi, è importante chiederci perché ne abbiamo così tanto bisogno, che conferme cerchiamo, cosa ci rende ancora insicuri. O se abbiamo un ideale di amore perfetto, con certi gesti, certe frasi, così come lo vorremmo noi e pensiamo che debba essere, e sulla base di questo cerchiamo di modellare l’altro, senza essere mai appagati, invece di rilassarci, godere il presente e fidarci della realtà dei fatti, che contano più delle parole.

Dott.ssa Lucia Montesi
Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Tel. 339.5428950