“Scrivere sulle cose mi ha permesso di sopportarle”, recita un aforisma di Charles Bukoski, scrittore e poeta dalla vita travagliata che traspare senza troppi filtri dalle sue opere. Scrivere può dunque essere un modo con cui alleviamo i dolori, sfoghiamo le emozioni sgradevoli, rielaboriamo quanto ci accade. A molti succede di sentirsi meglio dopo aver messo nero su bianco ciò che provano o il racconto di qualcosa che li ha turbati. Non è necessario avere particolari abilità di scrittura e non occorre neanche fare attenzione alla grammatica, anche perché lo scritto di solito rimane a noi e, anzi, a volte proprio il fatto di gettarlo via è ulteriormente liberatorio. Si tratta quindi di una strategia alla portata di tutti che può dare molteplici benefici.
Si può scrivere un diario, una lettera, o anche solo un pensiero su un pezzo di carta (sempre preferibile scrivere a mano perché si attivano processi cognitivi diversi); si può procedere scrivendo di getto, in un flusso continuo senza troppe riflessioni e senza bloccarsi per trovare i termini giusti o per rispettare la sintassi, o si può scrivere in modo più strutturato, ad esempio un racconto autobiografico. Non ci sono regole, ciascuno può sperimentare ciò che preferisce.
Ma perché scrivere ci fa sentire meglio? Vediamo alcuni dei motivi:
- Per scrivere, per quanto possa essere breve il nostro scritto, dobbiamo comunque fermarci, prendere una pausa, staccare dal resto, e questo è già di per sé utile perché significa occuparci e prenderci cura di noi stessi.
- Scrivere è un modo per gestire i pensieri negativi che ci opprimono perché ci permette di de-fonderci da essi, ovvero mettere una distanza, non esserne completamente catturati, non identificarci del tutto con essi, perché per poterli scrivere dobbiamo almeno per un attimo uscire dal coinvolgimento totale e diventare osservatori di noi stessi. Scrivendoli li oggettiviamo, li tiriamo fuori dalla nostra testa e gli diamo una forma definita e già solo per questo li circoscriviamo e li rendiamo meno pervasivi.
- Scrivere può aiutarci a superare eventi stressanti o persino traumatici: scrivendo ripetutamente su ciò che è accaduto, lo “digeriamo” meglio, siamo meno travolti dalle emozioni, possiamo trovare e attribuirgli un senso che ne facilita l’accettazione.
- Per scrivere un pensiero dobbiamo trovare e scegliere le parole più adatte a esprimere ciò pensiamo e proviamo e questo ci permette di chiarire a noi stessi cosa pensiamo e proviamo. Spesso infatti il problema è che siamo sovrastati dalle nostre emozioni, confusi, turbati ma senza capire esattamente perché, e scrivere ci fa mettere meglio a fuoco il nostro stato interiore.
- Scrivere può aiutarci ad affrontare un problema perché è un modo per riorganizzare le idee e per chiarire i pensieri, che di per sé sono più vaghi e indefiniti. Di fronte a una scelta difficile, a una decisione da prendere, il solo fatto di fermarci a mettere in forma scritta da un lato i pro e dall’altro i contro ci permette di avere una visione più chiara. A volte persino il solo visualizzare quanto una lista sia più lunga o corta dell’altra ci apre gli occhi e ci regala una maggiore consapevolezza.
- Scrivere permette di sfogare le emozioni, soprattutto la rabbia che troppo spesso reprimiamo e soffochiamo, perché scrivendo per noi stessi e sapendo che nessun altro leggerà, ci lasciamo andare senza censure, scrivendo anche ciò che potremmo considerare offensivo o sconveniente. Scrivere ha quindi un effetto liberatorio, inoltre poter osservare dall’esterno le nostre emozioni scritte ci permette di prenderne le distanze e di calmarci.
- Scrivere ha benefici anche sul nostro corpo. Gli studi effettuati sull’efficacia terapeutica della scrittura hanno rilevato riduzione dell’attività dell’amigdala (che si attiva sotto stress e quando proviamo paura e rabbia), aumento dell’attività della corteccia prefrontale (deputata alla regolazione e al controllo delle emozioni e del comportamento), maggior efficacia del sistema immunitario
- Scrivere aiuta a capire perché abbiamo un problema e a cambiare. Nelle psicoterapie cognitivo-comportamentali si utilizza la tecnica di scrivere, nel momento esatto in cui viviamo la situazione problematica (ad esempio, un disturbo alimentare, o un attacco di panico) ciò che è accaduto subito prima, i pensieri che facciamo, le emozioni che proviamo e i comportamenti che mettiamo in atto di conseguenza. Questo automonitoraggio consente di diventare consapevoli di ciò che mantiene il problema e anche di cambiare. Proprio il fatto di fermarsi a scrivere ciò che accade nel momento stesso in cui accade, e non successivamente, permette di non agire in automatico i soliti schemi che fanno perdurare il problema.
Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
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