Benessere

Lo stile di attaccamento quando siamo bambini: come influenza tutta la nostra vita

La qualità del legame di attaccamento che formiamo da bambini con chi si prende cura di noi ha un'influenza determinante su numerosi aspetti della nostra vita

Il tipo di attaccamento che formiamo da bambini con la figura che si prende maggiormente cura di noi ha un’importanza cruciale, perché influenza anche tutti i legami che allacciamo da adulti e il modo di relazionarci con gli altri. Di più: influenza le strategie di elaborazione di pensieri e sentimenti e la reazione agli eventi, perciò ha un effetto ubiquitario su tutto ciò che pensiamo, proviamo, facciamo e costituisce la base del nostro senso di sicurezza, dell’immagine che abbiamo di noi stessi, della nostra autostima. Inoltre, a seconda della sua qualità, costituisce anche un fattore protettivo del benessere psicologico o, al contrario, un fattore di rischio per la psicopatologia.

L’attaccamento è un sistema motivazionale innato che ci induce a ricercare protezione e vicinanza. Secondo J. Bowlby, il fondatore della teoria, questo meccanismo si attiva in automatico e si è sviluppato con l’evolvere della specie umana probabilmente con la funzione di garantire al meglio sopravvivenza e riproduzione. L’attaccamento permette infatti di garantire il soddisfacimento dei bisogni essenziali di cure e sicurezza e si manifesta con particolare evidenza nei momenti in cui insorge una minaccia al legame. Gli attaccamenti di un bambino piccolo possono riguardare più persone, di solito genitori, nonni, fratelli e altri familiari, con una gerarchia che solitamente vede al vertice la madre, ma non necessariamente: la figura principale di attaccamento è solitamente quella che si occupa maggiormente del bambino.

I 4 tipi di attaccamento

A seconda della qualità dell’attaccamento, sono state individuate 4 tipologie:

A. Attaccamento EVITANTE: è caratterizzato da un’apparente autonomia e autosufficienza, che costituisce però una difesa rispetto a un legame con una figura accudente non capace di soddisfare i bisogni del soggetto, che perciò si tiene a sufficiente distanza sia perché sente di non potervi contare, sia come modo per poter preservare il legame ed evitare un possibile rifiuto.

B. Attaccamento SICURO: è caratterizzato da un’immagine positiva di sé come persona degna di cure, frutto di una relazione con una figura di accudimento capace di sintonizzarsi con i propri bisogni, sensibile, accettante e affidabile. Un attaccamento sicuro permette di esplorare l’ambiente con sicurezza, di imparare a regolare le proprie emozioni, di sviluppare empatia e fiducia negli altri.

C. Attaccamento INSICURO-AMBIVALENTE: è caratterizzato da emozioni e comportamenti ambivalenti di richiamo e di rifiuto (ricerca ma al contempo ostilità), esito di un comportamento contraddittorio della figura di accudimento, a volte disponibile e a volte rifiutante.

D. Attaccamento DISORGANIZZATO: è caratterizzato da un comportamento bizzarro e incongruente, come conseguenza della minacciosità della figura accudente contraddittoria e imprevedibile.

L’attaccamento nel bambino

Gli studi più famosi sull’argomento sono quelli di M. Ainsworth, M. Main e J. Solomon, che osservarono in condizioni sperimentali  la reazione di bambini alla separazione temporanea dalla madre (la “strange situation”). Il bambino con attaccamento sicuro protesta quando la madre si allontana e si tranquillizza al suo ritorno, giocando ed esplorando l’ambiente quando la madre è presente. Il bambino con un attaccamento insicuro ambivalente  continua a piangere e protestare anche quando la madre ritorna e non si tranquillizza .Il bambino con attaccamento evitante non protesta quando la madre si allontana e non ha reazioni quando ritorna, resta apparentemente sempre tranquillo. Il bambino con un attaccamento disorganizzato presenta un comportamento bizzarro e incoerente, appare confuso, ad esempio si avvicina alla madre ma con movimenti bizzarri, o si avvicina ma con espressione impaurita.

Attaccamento e legami dell’adulto

Cosa accade nei legami che formiamo da adulti? I rapporti di coppia, in particolare, sono fortemente influenzati dal tipo di attaccamento dei partner. Un attaccamento sicuro permette un atteggiamento di fiducia, la capacità di entrare in intimità con gli altri e allo stesso tempo di mantenere una propria autonomia, la capacità di chiedere aiuto e di accettarlo. Un attaccamento insicuro ambivalente comporta un forte desiderio di intimità ma anche mancanza di fiducia, gelosia, ossessività, costante timore della perdita, senso di vulnerabilità, ricerca continua di conforto, rabbia,  rinuncia ai propri bisogni e tendenza a  dipendere dall’altro. Un attaccamento insicuro evitante si caratterizza per la mancanza di fiducia, la paura dell’intimità, la tendenza a restare distaccati, a non parlare dei propri sentimenti, a non esternare il proprio dolore. Un attaccamento disorganizzato oscilla tra la due modalità: la persona si attacca con molta intensità e veemenza, poi si spaventa dell’intimità e rompe la relazione, per poi di nuovo pentirsi e cercare di recuperare il rapporto.

Nei conflitti, chi ha un attaccamento evitante tende a fuggire, a ritirarsi, non vuole discutere, non vuole litigare. Chi ha un attaccamento insicuro di fronte al conflitto sperimenta angoscia e teme di perdere l’altro. La combinazione tra gli stili di attaccamento dei partner può acuire oppure smorzare le difficoltà individuali.

Attaccamento e psicopatalogia

Un attaccamento sicuro è un importante fattore protettivo per il benessere psicologico, mentre gli altri stili di attaccamento possono essere correlati a un’ampia gamma di difficoltà e di disturbi psicologici. L’attaccamento disorganizzato è quello più problematico e considerato più a rischio, perché spesso legato a una storia di sviluppo traumatico (non un solo trauma isolato, ma esperienze traumatiche continuative e ripetute nel tempo): rappresenta pertanto un precursore di psicopatologia, oltre che, frequentemente,  a sua volta un esito della psicopatologia della figura di accudimento. In questo caso la figura di attaccamento è trascurante o spaventante, perciò il bambino non può sviluppare un senso di sicurezza e protezione, ma anzi avverte costantemente una minaccia imminente. La figura di attaccamento può essere spaventata-spaventante, ad esempio può trattarsi di un genitore gravemente depresso o in lutto che è triste, piange, ha uno sguardo spento e rigido, è inespressivo, imprevedibile e non rispondente agli stimoli del bambino: tutto questo è incomprensibile e angosciante per un bambino piccolo. La persona che dovrebbe dare sicurezza e protezione risulta invece spaventante per il bambino, ma allo stesso tempo il bambino ne dipende e non può sottrarvisi, perciò si genera un conflitto insanabile. Un attaccamento disorganizzato comporta numerose difficoltà, tra cui la disregolazione emotiva e l’uso di meccanismi di difesa primitivi come scissione e dissociazione, che possono riattivarsi sotto stress anche nell’adulto.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Consulenza, sostegno e psicoterapia prevalentemente online tramite videochiamata
Studi a Piane di Camerata Picena (AN) e
Montecosaro Scalo (MC)
Per appuntamento tel. 339.5428950