Benessere

Dopo il tradimento. Accettare il dolore e capire le ragioni per riscoprire il senso dell’essere coppia

Che cosa significa tradire e essere traditi? È possibile digerire questo accadimento? Non esiste una risposta univoca, ma è importante prendersi del tempo e rispettarsi. Parola alla psicoterapeuta Lucia Montesi

Il tradimento nella coppia è uno degli eventi più dolorosi e stressanti. Dopo un tradimento alcune coppie si rompono, altre restano insieme, ma superare davvero l’evento, elaborarlo e magari farne occasione di crescita per la coppia è un percorso complesso che richiede tempo e impegno.

Il tradimento lacera interiormente chi lo subisce e non di rado anche chi lo commette. Suscita emozioni potenti e contrastanti, in una sequenza di fasi che assomiglia a ciò che proviamo dopo un lutto o una grave perdita: shock e incredulità, rabbia, disperazione e infine accettazione della realtà.

L’infedeltà può essere definita come “una violazione delle aspettative e degli standard di una relazione diventando emotivamente o fisicamente coinvolti con qualcun altro” (D.K.Snyder): per alcuni tradimento significa avere rapporti sessuali con un terzo esterno alla coppia, per altri è vivere una vicinanza emotiva con un altro anche in assenza di un contatto fisico.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

Ognuno ha un personale concetto di tradimento e di ciò che per sé è accettabile o meno nella coppia. L’elemento che però caratterizza il tradimento, a prescindere dalla modalità in cui avviene, è l’inganno: è questo che rompe il patto di fiducia. Essere stati ingannati dalla persona in cui si ripongono amore e fiducia fa crollare la terra sotto i piedi, vacillare il senso del proprio controllo sulla realtà, fa sentire umiliati e in colpa per non essere stati capaci di accorgersi di quanto stava accadendo.

La rabbia è l’emozione principale, a volte rivolta sulla terza persona con cui si è stati traditi piuttosto che sul partner infedele. La fase acuta dopo la scoperta o la rivelazione di un tradimento è quella più impetuosa, in cui il desiderio di vendetta, la gelosia, le azioni e le decisioni dettate dall’impulso hanno spesso il sopravvento. Per poter elaborare e superare l’evento, occorrono però un tempo e uno spazio per poter pensare a quanto è accaduto. Accettare di provare il dolore che ne deriva, senza tentare di rifuggirlo (precipitandosi a ricambiare il torto, o buttandosi subito in un altra relazione, o stordendosi con alcol o sostanze per non sentire la sofferenza) e capire le reali motivazioni del tradimento sono i due passaggi obbligati per superarlo, per non rimanere intrappolati nella depressione, nel rancore o in uno stallo della relazione, ma poter decidere cosa è meglio per sé e per la coppia, se chiudere quel legame o tentare di ricostruirlo.

Nella grande maggioranza dei casi, quando avviene il tradimento la relazione era già disfunzionale. Spesso si sposta l’aggressività sulla terza persona “sfasciafamiglie”, cercando la vendetta contro di lei, ma in questo modo si evita di guardare i reali motivi della crisi, in quale crepa abbia potuto insinuarsi un altro rapporto. Può trattarsi di una mancanza di intimità affettiva e sessuale, di una mancanza di condivisione e complicità, di difficoltà di comunicazione. Può trattarsi della tendenza ad evitare e accumulare conflitti fino all’esplosione, o di mancanza di spazio per la coppia a favore della famiglia o del lavoro, di ingerenze della famiglia estesa. Un partner può avere la responsabilità materiale del tradimento, ma l’altro potrebbe “tradire” sotto altre forme, attraverso la trascuratezza emotiva, la svalutazione costante, l’indifferenza. Si può anche crescere e maturare negli anni in modo diverso e ritrovarsi con bisogni nuovi che quella coppia, così come era nata all’inizio, non può più soddisfare. Tradire può anche essere un modo per rifuggire dall’impegno nel momento in cui la coppia si avvia a una maggiore stabilità con una convivenza o un matrimonio o la nascita di un figlio. Alcuni individui cercano nel tradimento conferme per la propria insicurezza, o un antidepressivo per una sofferenza interiore, o un modo per evitare una dipendenza dall’altro che spaventa. Anche se queste motivazioni appaiono più proprie del singolo individuo e legate a caratteristiche della sua personalità, nella coppia anche il partner, portando a sua volta le proprie, le influenza e vi contribuisce secondo dinamiche complesse e frequentemente inconsapevoli.

Molte coppie vivono l’esperienza del tradimento, alcune hanno bisogno di un aiuto specialistico per superarla e decidere cosa fare del legame. Dagli interventi di counselling e psicoterapia dedicati a questa tematica possiamo trarre delle indicazioni utili per chi si trovi ad affrontare questo difficile momento. La terapia incoraggia e permette uno spazio in cui il dolore del tradimento può essere detto e accolto e dove chi ha tradito è aiutato ad ascoltare e riconoscere il dolore procurato, un ascolto empatico e non difensivo, senza affrettarsi troppo precipitosamente a dare giustificazioni, che aumenterebbero solo rabbia e ferite della persona tradita. Chi è stato tradito è sostenuto nel voler capire e sapere, ma senza restare intrappolato nelle domande morbose sui dettagli che peggiorano la sofferenza e non trovano mai fine e conforto, in un vano tentativo di controllare la verità. Chi ha tradito è sostenuto nel lungo percorso per riacquistare la fiducia e nel rispettare i tempi dell’altro, anche nel recupero della sessualità.

Nessuno può dare consigli su cosa è meglio fare, se perdonare o no, se lasciarsi o restare insieme. Solo prendendosi tempo per sé e rispettando sé stessi e i propri sentimenti, si può decidere cosa fare. Anche il perdono non è in ogni caso un disinvolto superamento della crisi o una sua negazione, ma richiede una faticosa elaborazione. A volte si tratta di un finto perdono, in cui in realtà si resta insieme per rinfacciare per sempre all’altro il tradimento. Guardare al passato per capirlo è necessario, ma poi occorre concentrare energie e impegno nel presente. Vedere le cause senza né minimizzare, né manipolare l’altro, ma parlando in modo autentico di sé stessi, ristabilire una comunicazione, riflettere sui sogni e sugli obiettivi condivisi: a volte solo dopo il tradimento, nella coppia ci si parla con una onestà e autenticità che non erano mai state possibili prima.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
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