Troppe ore davanti alla luce dello smartphone possono far male! Se a queste si sommano quelle davanti al pc, al tablet e alla tv il rischio aumenta. Ma questa tecnologia è la realtà di oggi e, volenti o nolenti, ci si deve fare i conti anche per la salute dei propri occhi. Quando se ne abusa senza fare attenzione alla luce, alla postura, alla lontananza tra gli occhi e l’apparecchio ecco che noi stessi diventiamo colpevoli. Possiamo tenere degli accorgimenti durante la giornata e contare fino a dieci ogni volta che la sera, o la mattina, al buio, sbirciamo tra le notifiche dei social network. Ne abbiamo parlato con il dottor Ottavio Beccaria, oculista dirigente medico della U.O. Oculistica Asur Marche Area Vasta 2 Jesi.
Cos’è l’affaticamento oculare?
«Si tratta di stanchezza oculare dovuta ad un sovraccarico lavorativo dei nostri occhi, più precisamente dell’apparato muscolare del bulbo oculare. Infatti, ogni volta che si osserva un oggetto da vicino, si azionano sia i muscoli esterni, per convergere, sia quelli interni dell’occhio, per mettere a fuoco, compiendo un vero e proprio sforzo».
Pc, tablet, smartphone, tv: quando diventano i nemici degli occhi?
«Quando vi è uno sforzo visivo ravvicinato e protratto e quando ci sono condizioni sfavorevoli derivanti da illuminazione scorretta e condizioni ambientali inadatte. Ma anche nell’utilizzo di attrezzature non adeguate, nella presenza di difetti visivi non corretti o mal corretti o ancora quando si assume una postura sbagliata».
A quali sintomi bisogna stare attenti?
«Bruciore, bulbi oculari pesanti, fastidio alla luce, vista annebbiata, sfuocata, lacrimazione, stanchezza alla lettura, secchezza, senso di corpo estraneo, ammiccamento frequente. Questi sono i sintomi tipici di un uso smodato del videoterminale».
Quali le posizioni corrette da tenere per guardare lo schermo?
«L’altezza e l’inclinazione dello schermo sono importanti per facilitarne la leggibilità, per non affaticare la vista ed i muscoli del collo e delle spalle. Lo schermo deve essere facilmente orientabile ed inclinabile per evitare riflessi fastidiosi ed abbagliamenti. Deve presentare una immagine stabile e non distorta».
Statisticamente, chi ne è più soggetto?
«Chi ha di base dei difetti visivi (astigmatismo, presbiopia, ipermetropia),chi sta molte ore davanti allo schermo (impiegati), chi è affetto da dislacrimie».
Chi ha il glaucoma deve stare più attento?
«L’uso di videoterminali non si associa alla comparsa di malattia glaucomatosa né ad un suo peggioramento. La superficie oculare del glaucomatoso è spesso alterata per la terapia topica cronica e l’uso di videoterminali determina, con più frequenza rispetto agli altri, bruciore, lacrimazione, secchezza, senso di corpo estraneo ed ammiccamento frequente».
Ci sono novità sulle lenti per gli occhiali?
«Sopra i quaranta anni può essere d’aiuto la lente occupazionale, studiata appositamente per una visione chiara a breve e medio raggio, soluzione che risulta ideale per soddisfare le necessità visive al videoterminale. E’ una lente intermedia fra l’occhiale da lettura e la progressiva universale, ideale per tutti i lavori svolti alla scrivania. Le ampie aree di visione della lente per il vicino e la distanza intermedia favoriscono un lavoro più rilassato: anche i più piccoli dettagli tornano ad essere visibili a distanza di lettura con una visione nitida fino a 4 metri. Le ampie zone di visione aiutano, inoltre, a mantenere una postura corretta di testa e corpo».
Il calo dei gradi e i problemi alla vista sono una conseguenza certa?
«I principali difetti refrattivi (presbiopia, miopia, ipermetropia, ecc..) non sono causati dall’uso di videoterminali, ma possono, in talune condizioni, contribuire a far comparire i disturbi astenopici. E’ importante correggere adeguatamente tali difetti, anche se lievi, per evitare un ulteriore sforzo visivo durante il lavoro. Oltre ai difetti refrattivi (che riguardano le “lenti dell’occhio”), esistono anche i difetti del coordinamento della motilità dei due occhi. Tale coordinamento consente di vedere il rilievo e la profondità. Nello strabismo manca il coordinamento dei due occhi. Anche chi non è strabico può avere un cattivo coordinamento dei due occhi (eteroforia): il cervello deve fare uno sforzo maggiore per “tenere insieme” i due occhi ed interpretare l’immagine. In questi casi una opportuna “ginnastica oculare” può essere molto utile».
Rispetto al passato, come saranno gli uomini e le donne di domani se oggi hanno tutte queste abitudini che anni fa, ovviamente, non c’erano?
«Qualcuno predice che diventeremo tutti superuomini: più alti, più forti, più belli, più intelligenti, praticamente perfetti. Qualcun altro sostiene che ci trasformeremo in mostriciattoli dalla testa enorme e dal corpo rachitico, tranne le dita delle mani, lunghe e resistenti, per cliccare in continuazione i pulsanti di telefonini, computer, videogiochi … l’unica attività che praticheremo in futuro e la sola che alcuni di noi già praticano nel presente. Ma altri affermano invece che simili scenari sono entrambi sbagliati: l’evoluzione dell’uomo si è conclusa, è finita, terminata.Tra un milione di anni o più avremo lo stesso aspetto, le stesse caratteristiche che abbiamo oggi. Chi vivrà vedrà».
Le lenti a contatto aumentano la stanchezza se indossate per lavorare al pc?
«L’utilizzo di una lente a contatto in una attività prolungata al videoterminale rappresenta sicuramente un fattore di rischio e di disconfort che rientra nella Computer Vision Syndrome. Molti videoterminalisti infatti preferiscono lavorare con gli occhiali, ma è altrettanto vero che milioni di lavoratori al videoterminale usano la lente a contatto quotidianamente senza riferire disturbi particolari, anzi, in alcuni casi, questo è l’unico mezzo correttivo che consente una buona qualità visiva».
Si possono migliorare le condizioni dei videoterminalisti portatori di lenti a contatto?
«Sì, possiamo: indicare una corretta applicazione, (lenti a contatto su misura) che possa ridurre i disturbi legati a residui refrattivi, deficit accomodativi e lenire i disagi dei soggetti con preesistente alterazione del film lacrimale; prescrivere l’utilizzo di idonei sostituti lacrimali; consigliare adeguate variazioni delle condizioni ergonomiche di lavoro, indicando appropriate pause ed uno specifico controllo specialistico periodico. Le recenti lenti a contatto aiutano a ridurre questa sensazione di fastidio perchè sono state appositamente pensate per chi passa molto tempo in ufficio davanti a uno schermo. La superficie della lente, più liscia e lubrificata, grazie anche all’elevata trasmissibilità all’ossigeno (l’occhio “respira” meglio), e ad una maggior idratazione, garantisce una sensazione di comfort ottimale anche dopo varie ore di computer e fornisce anche un alto livello di protezione UV».
Ci sono degli accorgimenti da tenere per chi, inevitabilmente, deve stare ore al pc?
«La legge indica con precisione tutte le caratteristiche che il posto di lavoro deve avere e che il datore è tenuto a far rispettare affinché si abbia il massimo comfort (ne parliamo nel box, ndr). Le stesse indicazioni valgono per chi usa molto il pc a casa».
I colliri sono consigliati? Se sì, quando si devono applicare?
«Quando siamo concentrati sul monitor (ad esempio quando leggiamo un testo) diminuiamo involontariamente la frequenza con cui sbattiamo le palpebre (ammiccamento). Ciò comporta una minore protezione per la superficie anteriore dell’occhio; per evitare che si incorra in secchezza oculare può essere utile prestare attenzione a non ridurre l’ammiccamento e, se necessario, ricorrere alle lacrime artificiali».
La visita oculistica ogni quanto andrebbe fatta?
«E’ importante sottoporre i propri occhi a controlli periodici, per poter rilevare problemi di vista fin dalle fasi iniziali e consentire così una visione più nitida. La visita oculistica va al di là del semplice controllo della acutezza visiva.
Per i bambini le visite oculistiche sono in grado di rilevare i problemi che riguardano la loro capacità di apprendere e svolgere bene le proprie attività a scuola. Per gli adulti, le valutazioni regolari possono permettere agli oculisti di individuare i problemi di salute degli occhi (come il glaucoma e la degenerazione maculare) nelle fasi iniziali, prevenendo o rallentando la perdita della vista. L’esame dei vasi sanguigni della retina può anche evidenziare segni di altri problemi di salute, come la pressione alta, il diabete o il colesterolo alto.
Le persone con problemi di salute degli occhi, i pazienti che portano lenti correttive e coloro che sono a rischio per problemi di vista (a causa di problemi ereditari, storia personale e relativi problemi di salute), dovrebbero consultare uno specialista oculista per sapere con che frequenza avrebbero bisogno di un controllo oculistico. Fra i 40 e i 60 anni, per le persone senza patologie, è sufficiente una visita oculistica ogni due-tre anni. Oltre i 60, ogni uno-due anni. Per i lavoratori spetta al medico competente garantire un’adeguata sorveglianza sanitaria, strutturando un apposito protocollo sanitario che preveda, tra l’altro, la visita oculistica».
In assenza di patologie gli occhiali da riposo per chi sono indicati e a cosa realmente servono?
«Non esistono gli occhiali da riposo, esistono gli occhiali correttivi. A volte l’affaticamento della vista, quando si sta a lungo davanti al monitor del pc, potrebbe essere causato da un’illuminazione sbagliata del monitor stesso, quindi, prima di ogni altra cosa controllate questo aspetto. In ogni caso, non si possono comprare occhiali da riposo solo per avere un paio di occhiali!».
A cosa va incontro nel lungo termine chi non fa niente per la stanchezza degli occhi?
«Potrebbero svilupparsi, in condizioni predisponenti, infiammazioni delle palpebre (blefariti), orzaioli, calazio e alterazioni croniche della superficie oculare».
La sera prima di andare a dormire e la mattina appena svegli c’è l’abitudine di guardare lo schermo dello smartphone al buio: ciò è notoriamente sconsigliato, ma dato che molti ragazzi lo fanno… c’è qualche accorgimento da tenere?
«Uno studio scientifico ha evidenziato come l’uso degli schermi prima di andare a dormire possa causare insonnia perché può alterare i cicli circadiani. Questo effetto sarebbe causato non solo da un’eccessiva luminosità, ma anche dalle frequenze della luce blu. Se dovesse essere assolutamente necessario l’utilizzo di smartphone, tablet o computer prima di andare a dormire esiste comunque un modo per ridurre al minimo i danni. Ad esempio utilizzando un filtro che riduce al minimo la luce blu. La ricerca ha infatti dimostrato che questa luce in particolare inibisce la melatonina, danneggiando in tal modo la qualità del sonno».
Agnese Testadiferro