Cronaca

Abusata a una festa a Porto Recanati, il professore al gip: «Non l’ho violentata»

Il 44enne arrestato per violenza sessuale di gruppo nell'interrogatorio di garanzia ha negato fortemente ogni addebito, poi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Scena muta anche del muratore 52enne finito in carcere con la stessa accusa

Il carcere di Montacuto
Il carcere di Montacuto

PORTO RECANATI – Si sono svolti questa mattina, in collegamento dal carcere di Montacuto, gli interrogatori di garanzia per i due portorecanatesi, un insegnante di 44 anni e un muratore di 52, arrestati mercoledì scorso per violenza sessuale di gruppo. Entrambi hanno deciso di non rispondere alle domande del gip Claudio Bonifazi e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il professore però prima ha rigettato fortemente ogni addebito, negando tutta la ricostruzione della vicenda fatta dalla persona offesa, una 35enne dell’Anconetano. Sia per lui, difeso dagli avvocati Luca Froldi e Giuseppe Lupi, sia per il muratore, difeso dall’avvocato Maurizio Ballarini è stata chiesta al gip la modifica della misura cautelare in una meno afflittiva, almeno gli arresti domiciliari con braccialetto. Sul punto il gip si è riservato di decidere.

Il professore e il muratore sono stati arrestati mercoledì scorso nel tardo pomeriggio dai poliziotti della Squadra Mobile di Ancona, guidata dal vice questore aggiunto Carlo Pinto, con la collaborazione di personale della Squadra Mobile di Macerata, diretta dal commissario capo Matteo Luconi, che hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Bonifazi su richiesta dal pubblico ministero Rosanna Buccini. Per entrambi l’ipotesi accusatoria è di violenza sessuale di gruppo commessa lo scorso aprile. L’indagine era scattata dopo che la 35enne si era recata all’ospedale di Torrette ad Ancona immediatamente dopo la violenza, e dopo all’Unità di Crisi istituita nel nosocomio Salesi di Ancona, specializzato nella refertazione delle violenze sessuali. Le successive indagini degli investigatori della Sezione della Squadra Mobile che si occupa di reati di genere, hanno consentito di individuare due dei tre presunti responsabili della violenza sessuale, consumata nell’appartamento del professore dove la vittima era stata portata con una scusa.

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