JESI- Accoltellamento di sabato pomeriggio all’Arco Clementino, il Gip Carlo Cimini derubrica il reato da tentato omicidio a lesioni personali aggravate dall’uso di un’arma bianca. Si alleggerisce la posizione del 19enne brasiliano, in carcere a Montacuto da sabato notte, una decisione che arriva dopo la convalida del fermo e tenendo in considerazione anche le dichiarazioni rese dal sudamericano durante l’interrogatorio.
«L’ho colpito per difendermi, voleva aggredirmi con un collo di bottiglia rotto», aveva detto il 19enne per difendersi dall’accusa di aver accoltellato il 20enne nigeriano al culmine di una lite. Il Gip, che ha sciolto la riserva sulla convalida solo oggi, ha anche tenuto in considerazione la prognosi del nigeriano, già dimesso dall’ospedale regionale di Torrette (dove era stato ricoverato per la perforazione di un polmone a seguito delle coltellate) con una prognosi di 10 giorni di convalescenza. Inoltre, il 19enne è stato scarcerato: il Giudice per le indagini preliminari ha stabilito che faccia ritorno a casa dove resterà a regime di arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Una pena meno afflittiva, come avevano chiesto nel corso della convalida del fermo gli avvocati difensori Federica Battistoni e Davide Mengarelli del foro di Ancona, i quali sostenevano anche la necessità di un approfondimento della situazione e degli elementi probatori. La lite, al culmine della quale erano state sferrate le coltellate, era scoppiata tra due gruppi di giovani stranieri dai 19 ai 25 anni – sudamericani e nigeriani – per una questione di spartizione del territorio.