ANCONA – Arresto convalidato, divieto di avvicinamento e di comunicazione con la vittima. È quanto ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ancona nei confronti dell’uomo tratto in arresto due giorni fa (2 marzo) dai Carabinieri di Brecce Bianche. I militari dell’Arma avevano allacciato le manette ai polsi dell’uomo, sorpreso in flagranza di reato, in seguito alla richiesta di aiuto giunta al 112 da parte della convivente 19enne da un appartamento di Ancona.
La donna aveva raccontato ai militari al telefono, di essersi rinchiusa nel bagno dell’abitazione per sfuggire alle violenze del compagno. La disperata richiesta di aiuto ha fatto scattare l’immediato intervento della pattuglia dei carabinieri che, giunta sul posto, una abitazione del Quartiere Q1 di Brecce Bianche, è riuscita a mettere al sicuro la donna dal suo aggressore. Con lei c’era anche il figlio di appena due anni.
La poveretta, con evidenti ecchimosi al volto e in stato confusionale, è stata soccorsa dagli operatori del 118 che l’hanno trasferita al Pronto Soccorso dell’ospedale regionale di Torrette dove è stata affidata alle cure dei sanitari, secondo il protocollo del “Codice Rosso”. Il provvedimento, introdotto a fine 2019, prevede una “corsia preferenziale” nell’ambito della violenza di genere con indagini più veloci e pene più pesanti.
Il quadro probatorio, raccolto carabinieri, è stato cristallizzato dalle testimonianze raccolte sul posto nel corso degli accertamenti dai quali è emerso che le violenze andavano avanti anche dalla sera precedente.
Nella ricostruzione dei fatti i militari hanno accertato che già in passato la giovane era rimasta vittima di violenze da parte del compagno, violenze che non aveva mai denunciato, ma che in qualche caso avevano condotto la vittima a recarsi al Pronto Soccorso dove aveva riferito ai sanitari che le lesioni riscontrate erano state causate da infortuni domestici.