Cronaca

Andreea: «Se fosse davvero lei…che cosa triste», lo sconcerto di Gresti di fronte alla notizia dei resti umani a Roma

Parla Emanuele Giuliani, l'avvocato difensore dell'indagato, in attesa di notizie più certe da parte della Procura

MAIOLATI SPONTINI – La Procura di Ancona è in contatto con l’autorità giudiziaria di Roma per avere tutte le informazioni necessarie sul ritrovamento di resti umani in un canale di scolo, vicino al parco del Pigneto a Roma. Resti che da un primo esame del medico legale – intervenuto insieme ai Carabinieri – lascerebbero ipotizzare che si tratti di resti di una giovane donna, circa 30 anni, morta un anno fa. Le condizioni in cui i poveri resti sono stati rinvenuti non permettono una chiara identificazione e saranno necessari più approfonditi esami, in particolare quello del Dna, per stabilire se appartengano ad Andreea Rabciuc, la 27enne di origini rumene scomparsa da Montecarotto il 12 marzo 2022 dopo una festa in una roulotte e una lite col fidanzato dell’epoca, Simone Gresti. Proprio quest’ultimo è ancora l’unico indagato per la scomparsa della giovane, sebbene fin da subito abbia rigettato ogni accusa: le voleva bene, nonostante il loro fosse un rapporto altalenante, non le avrebbe mai fatto del male. La Procuratrice Irene Bilotta, titolare del fascicolo sulla scomparsa di Andreea, ipotizza a carico dell’autotrasportatore di Moie le ipotesi di reato di sequestro di persona e spaccio di stupefacenti.

Andreea e Simone

Ma Simone, tramite il suo avvocato difensore Emanuele Giuliani, ha continuato a sostenere che dopo la lite alla roulotte Andreea si sia incamminata da sola sulla Montecarottese. Da lì si perdono le tracce della giovane, sebbene numerosi avvistamenti siano stati segnalati dalla capitale. Ora, con il ritrovamento di quei poveri resti, con accanto una fibbia di uno zainetto, lembi sbiaditi di quelli che un tempo potevano essere abiti e una collanina d’argento – un filo semplice, senza ciondoli – si accende negli inquirenti il dubbio che possa trattarsi di Andreea. La Pm ha chiesto alla Procura di Roma l’esame del Dna. Non vuole lasciare nulla di intentato, così come fatto finora quando le ricerche, eseguite anche una settimana fa con il cane molecolare Bayla dei Carabinieri di Bologna, hanno setacciato le campagne, i ruderi e i laghetti vicini al luogo della scomparsa (https://www.centropagina.it/cronaca/caso-andreea-rabciuc-setacciato-un-bosco-a-ridosso-del-lago-di-moie/). La notizia che quei resti potrebbero (condizionale d’obbligo) appartenere ad Andreea sconvolge anche Simone Gresti, che a fatica sta cercando di rifarsi una vita sebbene questa drammatica vicenda sia come un limbo in cui resta sospeso.

«Ho appreso la notizia ieri sera (lunedì 3 luglio) dalla stampa – dice l’avvocato Giuliani – ho subito chiamato Simone ma stava lavorando, così l’ho richiamato questa mattina alle 7,30. Inizialmente sembrava incredulo, poi mi è sembrato scosso, molto dispiaciuto. Ha detto che se davvero fosse lei, sarebbe una cosa terribile, molto triste. Sono stati sentimentalmente legati, è più che comprensibile. Tuttavia se l’esame del Dna dovesse confermare questa che per ora è solo un’ipotesi, sarebbe confermata la nostra versione, quella da sempre sostenuta da Simone: cioè un allontanamento volontario di Andreea, che alleggerirebbe la posizione del mio assistito. Poi cosa le sia accaduto a Roma resta un mistero da chiarire. Attendiamo le comunicazioni della Procura a disposizione, insieme al medico legale del pool difensivo, il dottor Cortucci, qualora venisse fissato un accertamento tecnico irripetibile sui resti».

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