CAMERINO – Dalla cella in cui era recluso aveva buttato dell’olio bollente contro un agente della polizia penitenziaria che stava accompagnando un detenuto, provocando al poliziotto ustioni al viso e agli arti. Trentaquattrenne condannato a quattro mesi di reclusione. La difesa: «Ha ammesso il fatto e chiesto scusa, voleva colpire il detenuto con cui aveva litigato in precedenza».
La vicenda risale al 27 agosto del 2015, all’epoca l’imputato, un giovane di origine straniera ma nato a Rimini e residente a Porto Recanati, aveva 28 anni ed era recluso nella casa circondariale di Camerino (la struttura era ospitata in un palazzo del ‘400 dichiarato inagibile l’anno successivo a causa del terremoto, ndr). Quel giorno passarono davanti alla sua cella un assistente capo della penitenziaria insieme a un detenuto che doveva essere trasferito e lui lanciò verso di loro dell’olio che aveva precedentemente riscaldato. L’olio bollente finì addosso all’agente provocandogli ustioni sia al volto sia agli arti (prognosi superiore a 20 giorni, ndr). Il giovane si era poi scusato dicendo che aveva lanciato l’olio per colpire il detenuto con cui aveva litigato in precedenza e di aver attinto l’agente accidentalmente. Oggi la vicenda è stata rievocata nel corso dell’udienza preliminare celebrata dinanzi al gup Claudio Bonifazi e al pubblico ministero Enrico Barbieri.
Il sostituto procuratore ha chiesto la condanna a sei mesi di reclusione, il giudice ha disposto una pena di quattro mesi. «Ha agito su impulso emotivo determinato dal precedente litigio – ha spiegato l’avvocato Simone Matraxia -. L’imputato ha ammesso il fatto, si è scusato del gesto che non era indirizzato all’agente ed è stato chiesto il minimo della pena e l’esclusione di tutte le aggravanti». Il giudice ha escluso l’aggravante della recidiva e riconosciuto l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di un pubblico ufficiale.