Cronaca

Civitanova, la casa va all’asta: ex proprietario accusato di minaccia e appropriazione indebita

L'imputato, un 64enne, è stato rinviato a giudizio. Dall'appartamento, tra le altre cose, sarebbero spariti la pavimentazione in legno del terrazzo, split e motori dell'aria condizionata, le placche degli interruttori e anche la cornice del camino a gas

Il tribunale di Macerata

CIVITANOVA – La casa finisce all’asta, l’ex proprietario prima minaccia la nuova proprietaria poi porta via di tutto dall’abitazione: con queste accuse un 64enne civitanovese oggi è stato rinviato a giudizio. Deve rispondere di minaccia e appropriazione indebita. I fatti finiti oggi all’attenzione del giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata Claudio Bonifazi e del pubblico ministero Enrico Barbieri, sarebbero avvenuti tra il 2020 e il 2021.

Tutto era partito dalla denuncia presentata da una giovane coppia maceratese che a fine 2019 aveva partecipato ad un’asta per l’acquisto di un appartamento con pertinenza (un box singolo) a Civitanova. I coniugi riuscirono ad aggiudicarsi il bene divenendone proprietari ad aprile del 2020, in piena pandemia. E infatti tra le restrizioni negli spostamenti imposte per limitare la diffusione del Covid-19 e altri disagi connessi all’emergenza epidemiologica, la coppia riuscì ad entrare nell’immobile solo più tardi, a marzo del 2021. Ma marito e moglie denunciarono anche un presunto comportamento ostruzionistico assunto dal precedente proprietario che già a luglio del 2020 avrebbe rivolto minacce alla nuova proprietaria: «Io non so come, non so quando, ma te la farò pagare. Oltre ad una minaccia è anche una promessa», le avrebbe detto.

L’avvocato Calogero Talluto

Quando a marzo i coniugi entrarono in casa scoprirono che numerosi beni erano stati asportati, a iniziare dalla pavimentazione in legno posta sul pavimento del terrazzo, ma anche 4 split e due motori dell’aria condizionata, una porta divisoria a quattro ante che divideva la cucina dal soggiorno, il telecomando del camino a gas e la cornice del camino incassato nel cartongesso, 25 placche degli interruttori, i faretti del controsoffitto, due plafoniere che erano nel pianerottolo e una placca che copriva i tubi dell’acqua.
Accusato dunque di minaccia e appropriazione indebita, oggi per il 64enne si è celebrata l’udienza preliminare. I coniugi si sono costituiti parte civile con l’avvocato Calogero Talluto, l’imputato, difeso dall’avvocato Renato Coltorti (sostituito in aula dalla collega Anna Maria Recchi), non ha richiesto riti alternativi ed è stato rinviato a giudizio. Il processo a suo carico si aprirà il 18 marzo del prossimo anno.

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