PORTO RECANATI – Dopo cinque anni di agonia il suo cuore ha smesso di battere. Aveva 39 anni Rosa Orlandy Castro Almonte una donna dominicana che il 10 maggio del 2016 era diventata mamma del suo primo ed unico figlio che non ha mai potuto vedere. È finita in coma per una mancata ossigenazione del cervello e da quel momento non si è più ripresa: perse la vista, il tatto, la capacità di parlare e di muoversi, poi il 4 marzo del 2021 è morta per arresto cardiorespiratorio irreversibile da shock settico. Per quella morte oggi è stata rinviata a giudizio il medico anestesista che intervenne il giorno del parto.
Nei confronti della professionista era in corso il processo di primo grado per lesioni gravissime, un processo che era arrivato quasi a conclusione, ma dopo la morte della donna, per l’anestesista è cambiata la contestazione e si è aperto un nuovo procedimento. Il dramma di Rosa Orlandy Castro Almonte, si è consumato il 10 maggio del 2016, il giorno prima fu ricoverata all’ospedale di Civitanova, reparto di Ginecologia, e il giorno successivo fu necessario un intervento di taglio cesareo in emergenza. Secondo la ricostruzione accusatoria il medico anestesista intervenuto, una professionista che oggi ha 47 anni, avrebbe compiuto due errori gravissimi che provocarono danni neurologici irreversibili e, dopo cinque anni, la morte: praticò un’anestesia generale giudicata rischiosa dal momento che la partoriente non era digiuna, dopo di che avrebbe sbagliato a intubarla inserendo il tubo orotracheale nell’esofago anziché in trachea. La mancata ossigenazione del cervello per vari minuti ridusse la giovane Rosa in uno stato vegetativo. Poi, il 4 marzo dello scorso anno, il suo cuore smise di battere.
Oggi il giudice dell’udienza preliminare Domenico Potetti ha rinviato a giudizio l’anestesista, il processo per omicidio colposo si aprirà il prossimo 14 settembre. L’imputata è difesa dall’avvocato Manuel Formica, i familiari di Rosa Castro sono tutelati dagli avvocati Andrea Di Buono e Lucia Iannino.