MACERATA – I video dell’aggressione ad Alika mostrati in aula, le lacrime della vedova che all’assassino ha urlato: «Hai ucciso mio marito», e fuori dal Palazzo di giustizia uno striscione con la scritta “Tutti abbiamo il diritto di essere vivi. Giustizia per Alika”. Si è aperto questa mattina in Tribunale a Macerata davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Roberto Evangelisti il processo per omicidio volontario e rapina a carico di Filippo Ferlazzo, il 32enne salernitano che il 29 luglio dello scorso anno in corso Umberto I a Civitanova ha aggredito e ucciso l’ambulante nigeriano 38enne Alika Ogorchukwu.
L’imputato è arrivato in Tribunale qualche minuto prima delle nove, è apparso molto cambiato rispetto al periodo precedente al delitto. Questa mattina la Corte ha ammesso la costituzione di parte civile della vedova di Alika, Charity Oriakhi, e del figlio insieme a quattro cognati, tutti assistiti dall’avvocato Francesco Mantella, ha invece respinto la richiesta di costituzione formulata dall’Associazione immigrati nigeriani nelle Marche attraverso l’avvocato Narciso Ricotta. Subito dopo sono stati mostrati due video, uno registrato dalle telecamere di videosorveglianza comunali e uno da una giovane moldava, in cui si vedono tutte le fasi dell’aggressione: da quando Ferlazzo esce da un negozio in Corso Umberto I procedendo in direzione del Comune, a quando raggiunge Alika e inizia a picchiarlo prima con la stampella che Alika usava per camminare, poi a mani nude. Immagini che Charity non aveva mai visto fino ad oggi, la donna ha iniziato a piangere e ha urlato contro l’imputato: «Hai ucciso mio marito», prima di essere invitata ad uscire temporaneamente dall’aula. Sono stati sentiti anche due ispettori che hanno eseguito le indagini e l’agente che ha fermato Ferlazzo.
Nella prossima udienza fissata per mercoledì prossimo 12 aprile, come richiesto dal difensore dell’imputato, l’avvocato Roberta Bizzarri, verranno comparati i cellulari di vittima e aggressore, per la difesa infatti i due telefonini sarebbero simili e Ferlazzo avrebbe preso quello di Alika per sbaglio pensando fosse il suo, per la Procura invece lo avrebbe sottratto volutamente al termine dell’aggressione (da qui la contestazione anche del reato di rapina, ndr).
«Il video – ha commentato al termine del processo l’avvocato Mantella – ha chiarito oltre ogni dubbio quella che è stata la condotta di Ferlazzo che non ha avuto un attimo di esitazione. Ha cercato Alika con l’intenzione di punirlo. Per come si è mosso andava a dare corpo a un’esecuzione, poi si è allontanato come se non avesse fatto nulla di particolarmente grave. Oltretutto dal video emerge un’indifferenza e un’inerzia rispetto alle quali sorge un sentimento di dispiacere, non si capisce perché le persone che erano lì non siano intervenute minimamente». Fuori dall’aula la vedova di Alika, che non parla bene la lingua italiana, non si è sottratta alle domande dei giornalisti: «Io non avevo visto questo video. Quando Alika scappa questo Filippo lo va a cercare. Questo uomo è una cattiva persona, lo ha cercato. Fa male questo».