JESI – Non si placano le polemiche legate agli eccessi della movida, nonostante l’impegno del Comune che sta provvedendo all’installazione della videosorveglianza e di bagni chimici e con il ritorno delle guardie giurate della Vedetta2/Mondialpol già da ieri sera (fino al 18 dicembre).
I residenti scrivono al Sindaco Bacci, esasperati e inviano alcuni suggerimenti.
«L’arrogante maleducazione e l’inciviltà fanno da padrone da tempo nel centro storico di Jesi – scrive il Comitato dei residenti – e così ancora una volta il centro storico ridiventa la città dei balocchi dove i vari pinocchi si divertono urlando e bevendo in nome della libertà incuranti del rispetto dell’altrui libertà. Mascherati da una falsa idea di socializzazione, le nostre belle piazze Delle Monnighette, della Signoria, Ghislieri, del Duomo, Spontini e Indipendenza, fanno solo da arredamento di lusso di uno spazio dove eventi e apericena sono all’ordine del giorno.
Eppure basterebbe l’applicazione di poche regole ma chiare e inderogabili con i dovuti controlli, e se fosse necessario con sanzioni severe per favorire una civile convivenza». I residenti ammettono che dopo anni di proteste finalmente le problematiche ora sembrano condivise dall’Amministrazione ma anche dalle Associazioni di categoria (Cna) e dai gestori e dall’Associazione “Jesi città da vivere”. «Ci teniamo a precisare – scrivono ancora – che abbiamo sempre voluto collaborare con tutti i soggetti coinvolti, cercando di trovare un compromesso e un tavolo di confronto che si è verificato, infine il 4 ottobre 2021, dopo l’esposto alla Procura della Repubblica del dicembre 2020. La disponibilità dimostrata nell’incontro si è concretizzata da parte dei Rappresentanti di categoria, nell’istituire un servizio di vigilanza notturna a loro carico, risultato però poco efficace in quanto il servizio non si è svolto anche e soprattutto nelle vie e vicoli segnalati e richiesti per la loro criticità notturna, ma solo nelle vie in cui i “gestori paganti” si trovano.
Non abbiamo nulla in contrario ad avere un centro vivo la sera, ma ricordiamo che rivitalizzare non è sempre sinonimo di riqualificare, specie se di giorno è tutto chiuso. Possiamo essere solidali con i locali che si dissociano da questi “esagitati che scorrazzano urlanti nel cuore della notte”, ma la loro collaborazione non ci tranquillizza. Affermare che chiudere alle 2.00 invece che alle 3.00, significa per loro incassare meno, significa non essersi messi nei nostri panni!».
Pertanto, il Comitato dei residenti del centro storico sintetizza alcune precise richieste all’Amministrazione: «chiediamo un controllo da parte forze dell’ordine nelle aree calde del centro storico (costa Mezzalancia, Chiostro Sant’Agostino, via Roccabella, Costa Pastorina, costa Baldassini, Piazza Nova). Le forze dell’ordine debbono girare a piedi; inoltre un controllo del territorio sistematico, dato che ogni sabato sera i locali, per la loro natura di attività notturne, catalizzano in piazze e vie limitrofe del centro storico centinaia di persone sedute in minima parte. Dato che la stragrande maggioranza consuma in piedi all’aperto essendo i locali molto piccoli, occorre considerare questa situazione non più come un aperi-cena, ma come un evento a tutti gli effetti e come tale va trattato (con dispiego di forze dell’ordine, protezione civile, ambulanze). Chiediamo il rispetto dell’articolo 659 del codice penale. Se questo non sarà fattibile, se la sicurezza di alcune aree non sarà garantita anche alla luce di ripetute aggressioni e atti vandalici verso i residenti o di chi cerca di calmare gli esagitati allora chiediamo che vengano chiuse alcune “aree calde” del centro storico e che il flusso venga spostato su vie più grandi e facili da controllare». I residenti scrivono che l’obiettivo delle loro richieste è solo quello di ripristinare un centro con i quartieri sicuri e vivibili, anche alla luce del dilagare di fenomeni di spaccio e consumo di droghe. Così che il centro sia vivibile anche per chi ci vive, non solo per chi lo frequenta o chi ci lavora. «Chiediamo la presenza dei vigili fino all’una di notte, che anche se non sono armati, possono sanzionare concentrandosi nelle situazioni critiche di assembramento, disturbo di quiete pubblica e atti osceni in luogo pubblico (violazione art. 726 c.p.) – suggeriscono ancora – è necessario, indispensabile, che si regoli in maniera proporzionale la ricettività di ciascun locale (metri quadrati rapportati al numero di persone) e qualità/quantità di servizi igienici di cui dispone, e tener conto di quanti altri locali della stessa specie esistono nella stessa zona. Alcune piazze sono dominio dei tavoli a scapito della libera fruibilità collettiva dei cittadini. Vogliamo una pulizia sistematica la domenica mattina nel quadrilatero di vie che soffrono gli eccessi del sabato sera, poiché ci sono bicchieri di plastica e cannucce dappertutto con coli di urina e vomito».