Macerata

Corridonia, anziana investita sotto casa: il gip dispone nuove indagini

Dopo l'opposizione dei familiari dell'83enne alla richiesta di archiviazione, oggi il giudice ha sciolto la riserva. Ora la Procura avrà sei mesi per effettuare approfondimenti

Il tribunale di Macerata

CORRIDONIA – Serve uno specifico accertamento medico-legale per stabilire se le lesioni riportate dall’83enne Teresa Cafarella siano o meno compatibili con un eventuale investimento e/o arrotamento da parte dell’auto e fugare così eventuali dubbi sul nesso eziologico con la morte dell’anziana. E se venisse riscontrata la compatibilità sarebbero necessarie ulteriori indagini tecniche in merito alla ricostruzione della dinamica del sinistro. È quanto deciso oggi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Macerata Claudio Bonifazi che ha sciolto la riserva dopo l’udienza di martedì scorso fissata a seguito dell’opposizione dei parenti dell’anziana alla richiesta di archiviazione formulata dalla Procura.

Da sx gli avvocati Sandro e Andrea Giustozzi

Al centro della questione c’è il tragico incidente avvenuto la sera del 13 dicembre scorso in via Niccolai a Corridonia dove l’anziana fu trovata a terra davanti casa con il cranio schiacciato. Trasportata in condizioni disperate prima all’ospedale di Macerata poi a quello regionale di Torrette ad Ancona, l’anziana morì dopo 13 mesi di coma, il 9 gennaio scorso.
Nel corso delle indagini venne fuori che mentre i carabinieri erano sul posto per effettuare i rilievi un uomo di Monte San Giusto li aveva avvicinati per dire di essere passato di lì poco prima e di aver colpito qualcosa, forse un sasso o un gatto. Dopo circa 100 metri si era fermato perché una parte del paraurti anteriore danneggiato gli toccava sulla ruota, aveva chiesto a un commerciante un martello e con quello aveva raddrizzato il paraurti. Inizialmente l’uomo fu indagato per lesioni stradali. Il pm Enrico Barbieri affidò l’incarico di ricostruire la dinamica dell’incidente a un proprio consulente, un ingegnere di fuori provincia, che concluse il proprio elaborato asserendo che non vi fosse riferibilità tra l’investimento e i danni riportati dall’auto dell’indagato e il magistrato chiese l’archiviazione del procedimento. Alla richiesta si opposero i familiari dell’anziana tramite gli avvocati Sandro e Andrea Giustozzi. I legali, infatti, nel frattempo avevano avviato proprie indagini nominando due consulenti di parte: il medico legale Sergio Fattorillo e l’ingegnere Silvio Fattorillo. Per i consulenti lo schiacciamento del cranio riportato dall’82enne era conseguente solo ad un arrotamento da auto, probabilmente avvenuto quando o l’anziana era già a terra perché caduta o era piegata per raccogliere qualcosa che poteva esserle caduto dalle buste della spesa.   

Dopo l’udienza celebrata martedì scorso oggi il gip Claudio Bonifazi ha dunque sciolto la riserva. Per il giudice l’entità e la tipologia delle lesioni riportate da Cafarella, gli elementi evidenziati dai carabinieri nella ricostruzione sommaria dell’accaduto e i danni riportati dall’auto dell’indagato richiedono uno specifico accertamento medico-legale per stabilire la compatibilità o meno delle lesioni con un eventuale investimento e/o arrotamento da parte del veicolo e fugare così eventuali dubbi sul nesso eziologico con la morte dell’anziana. Se si riscontrasse compatibilità, per il giudice sarebbero necessarie ulteriori indagini tecniche in merito alla ricostruzione della dinamica del sinistro. Ora il pubblico ministero avrà sei mesi per espletare ulteriori indagini.

«Eravamo fiduciosi – commentano i legali Andrea e Sandro Giustozzi –. Purtroppo Teresa Cafarella non può più difendersi, bisogna renderle giustizia. Va sottolineato che tutti gli accertamenti resi dalla polizia giudiziaria smentivano la consulenza tecnica del pubblico ministero. Avevamo fiducia nel rigetto della richiesta di archiviazione perché il Tribunale di Macerata, come la Procura, vanta una magistratura preparata, esperta ed attenta».