Cronaca

Delitto di Montecassiano, la Procura chiude le indagini sulla morte di Rosina

Contestato a marito, figlia e nipote il reato di omicidio volontario pluriaggravato. In totale sono otto le accuse mosse a vario titolo ai tre. La difesa: «Da qui a settembre valuteremo se sottoporre Enrico Orazi a interrogatorio»

Enea Simonetti, Enrico Orazi, Arianna Orazi all'uscita dalla caserma dei carabinieri (foto d'archivio)

MONTECASSIANO – La Procura ha chiuso le indagini sull’omicidio di Rosina Carsetti, la 78enne trovata senza vita nella cucina della villetta in via Pertini, 31 a Montecassiano la sera della vigilia di Natale dello scorso anno.

Gli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli

I familiari, il marito Enrico Orazi, la figlia Arianna e il nipote Enea Simonetti avevano inizialmente sostenuto la versione del ladro vestito di nero e con i calzari ai piedi entrato in casa per rubare e che, trovatosi l’anziana davanti, l’avrebbe aggredita e uccisa. Questa versione, però, cadde rovinosamente a febbraio scorso sotto il peso delle intercettazioni in cui si sentivano i familiari fare riferimento a errori commessi e a versioni da dare. A febbraio figlia e nipote della vittima finirono in carcere, successivamente per il marito di Rosina scattarono gli arresti domiciliari (per 60 giorni). Ora il sostituto procuratore Vincenzo Carusi ha chiuso le indagini notificando il relativo avviso agli indagati che avranno 20 giorni per presentare memorie o chiedere di essere interrogati. Il termine scade il 15 settembre (ad agosto opera la sospensione dei termini processuali). «A questo punto – ha dichiarato l’avvocato Andrea Netti che difende gli indagati insieme alla collega Valentina Romagnoli – possiamo finalmente chiudere il perimetro ed accedere a tutti i documenti e file audio. Da qui a settembre, termine entro il quale è possibile chiedere l’interrogatorio, decideremo se sottoporre a questo Enrico Orazi. Il quadro indiziario è articolato e da quanto finora emerso non ci sembra che ci siano prove di una partecipazione attiva del giovane».

La Procura contesta a tutti e tre il reato di omicidio pluriaggravato, premeditato per Arianna e il figlio Enea che avrebbero iniziato a pianificare la morte di Rosina almeno dal 16 dicembre 2020. Per il pubblico ministero, Arianna è colei che ha “organizzato e diretto la cooperazione nel delitto degli altri due e comunque di Enea Simonetti”. A figlia, nipote e marito di Rosina vengono contestati anche i reati di simulazione di reato, rapina e maltrattamenti in famiglia. Solo ad Arianna Orazi vengono contestati i reati di violenza privata e induzione a non rendere dichiarazioni (nei confronti del figlio Enea). A lei e al figlio vengono contestati l’estorsione e il furto aggravato.