Cronaca

«Drogata e violentata da due giovani», in aula la testimonianza del padre della vittima

I fatti contestati a due 30enni di Potenza Picena, accusati di violenza di gruppo e spaccio, sarebbero avvenuti nel 2020. Oggi, nell'aula del tribunale di Macerata, il racconto del genitore

Il tribunale di Macerata

POTENZA PICENA – Sarebbero andati a prenderla a casa, l’avrebbero portata in un’abitazione e dopo averle fatto consumare hashish e cocaina l’avrebbero violentata. È quanto contestato a due 30enni del posto sotto processo per violenza sessuale di gruppo e cessione di sostanze stupefacenti. Oggi in aula è stato sentito il padre della vittima, l’uomo più di una volta ha ceduto alla commozione ricordando quanto accaduto alla figlia.

Secondo l’accusa, oggi sostenuta in aula dal pubblico ministero Enrico Riccioni, la sera del 30 ottobre del 2020 i due imputati, all’epoca amici della ragazza, erano andati a prenderla e insieme avevano raggiunto l’abitazione di un parente dei due. Lì avrebbero fatto consumare droga alla giovane e poi entrambi avrebbero abusato di lei approfittando dello stato confusionale in cui si trovava. Dopo la violenza l’avevano riaccompagnata a casa ma durante il tragitto ebbero un incidente stradale.

Il racconto del padre della giovane oggi è partito da lì. Svegliato di soprassalto in piena notte aveva raggiunto la figlia che era stata trasportata in ambulanza in ospedale a causa delle ferite riportate. Sul momento la figlia non gli avrebbe detto niente, solo dopo qualche mese aveva trovato la forza di raccontare quello che le era accaduto, o meglio di iniziare a raccontare, perché quando il padre aveva capito quello che era successo non aveva voluto sapere altro e aveva preso contatti con il medico. Rispondendo alle domande delle parti il genitore oggi ha detto che quella sera si era mostrato contrariato dal fatto che la figlia uscisse vista la tarda ora, ma alla fine aveva ceduto. Terminata la testimonianza l’udienza è stata rinviata a settembre quando sarà sentita la giovane. Gli imputati, difesi dagli avvocati Massimiliano Cofanelli e Vando Scheggia, respingono gli addebiti.