Cronaca

Maxi sequestro di vongole a San Benedetto e Porto San Giorgio. Erano pronte per essere vendute

Nei guai tre operatori della pesca coinvolti in tre distinti interventi della guardia di finanza mentre nascondevano il prodotto in auto. Ecco cos'è accaduto

Uno dei sequestri della guardia di finanza sulla costa picena e fermana

ASCOLI – Importante sequestro di vongole effettuato sulla costa picena e fermana dalla Sezione navale della guardia di finanza. In totale 180 chilogrammi di prodotto, che era pronto per essere commercializzato ma senza la
documentazione sanitaria di legge.

Le vongole sono state sequestrate dai finanzieri della Sezione Navale di San Benedetto del Tronto, in tre diverse operazioni svolte nelle aree portuali di San Benedetto (Ascoli ) e di Porto San Giorgio (Fermo).

Il primo intervento è avvenuto a San Benedetto nel corso di un’attività di controllo. I finanzieri hanno individuato e fermato un operatore della pesca intento a nascondere nella propria auto 60 chili di vongole irregolarmente detenute. Le vongole erano già state confezionate in 7 retine. Tutto il pescato è stato sequestrato.

Due sequestri nell’area portuale sangiorgiese

Il secondo intervento è avvenuto invece nell’area portuale di Porto San Giorgio. Due persone attive nel settore ittico stavano occultando 70 chili di vongole, già confezionate nelle loro autovetture quando sono stati scoperti dalle fiamme gialle della Sezione navale. Anche qui il prodotto è stato sequestrato.

Vongole sequestrate

La terza operazione è stata attuata infine sempre nella cittadina costiera sangiorgiese. Vicino alla banchina di sbarco dei molluschi bivalvi, i finanzieri hanno rinvenuto altri 50 chili di vongole, contenute in un borsone e in dei secchi, privi di etichettatura o documentazione necessaria per la tracciabilità. Anche in questo caso il prodotto ittico è stato sequestrato. In tutti e tre i casi, le vongole sequestrate dalle Fiamme gialle erano pronte per essere vendute ma non sul mercato nazionale.

Ai 3 responsabili dell’illecito sono state comminate sanzioni variabili da mille a 6mila euro. Il prodotto ittico è stato poi reimmesso in mare, dopo certificazione svolta dall’Autorità sanitaria veterinaria, che ne ha constatato la inidoneità al consumo.