MACERATA – Centinaia di cessioni di eroina che avevano fruttato migliaia di euro. A giudizio Innocent Oseghale e altri sei nigeriani. Per cinque connazionali, irreperibili, è stata disposta la sospensione del procedimento.
Questa mattina, mentre ad Ancona era in corso il processo d’Appello per l’omicidio di Pamela Mastropietro a carico di Oseghale, a Macerata si è celebrata l’udienza preliminare a carico di 12 nigeriani accusati a vario titolo di plurime cessioni di spaccio di eroina.
L’indagine che ha portato all’individuazione dei pusher extracomunitari, era partita proprio dopo la morte della 18enne romana. In questo caso i carabinieri del comando provinciale, guidato all’epoca dal colonnello Michele Roberti, avviarono una parallela attività d’indagine finalizzata a ricostruire la rete di spaccio intessuta dai nigeriani sul mercato maceratese. Erano loro a gestire lo spaccio al minuto in particolare in alcune zone sensibili del capoluogo, ma l’attività degli uomini dell’Arma, accanto ad una autonoma e parallela della polizia, aveva permesso di smantellare due gruppi di pusher originari della Nigeria che avevano monopolizzato lo spaccio di eroina in città.
Nel filone seguito dai militari erano stati individuati, come detto, 12 nigeriani tra cui spiccavano i nomi di Oseghale e di Lucky Awelima e Desmond Lucky (i due connazionali di 29 e 25 anni inizialmente coindagati nel processo per l’omicidio di Pamela Mastropietro e poi prosciolti, ndr). A vario titolo, tra il 2017 e il 2018 avrebbero compiuto centinaia di cessioni di eroina (e in un caso anche di marijuana), per un gadagno illecito di migliaia di euro.
Questa mattina per loro tre e per altri quattro coimputati il gup Claudio Bonifazi ha disposto il rinvio a giudizio. Il processo a loro carico si aprirà il 12 ottobre del prossimo anno davanti ai giudici del Tribunale di Macerata in composizione collegiale. Per gli altri cinque, tutti al momento irreperibili, è stata disposta una sospensione e l’udienza sarà aggiornata al 29 settembre del prossimo anno. Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Simone Matraxia, oggi ad Ancona e sostituito dal collega Giuseppe Roberto Caruana, Gianfranco Borgani, Massimiliano Cingolani e Vanni Vecchioli.