FOSSOMBRONE – Aiutato da una connazionale, avanza pretese sempre più alte fino a minacciarla di lapidarla. Arrestato.
Il 9 settembre scorso i Carabinieri di Urbino, in collaborazione con i colleghi di Pesaro, hanno arrestato per atti persecutori e tentata estorsione un cittadino marocchino di trentacinque anni, ricercato da quasi un mese. La vicenda era cominciata alcuni mesi addietro, a Fossombrone, quando una connazionale di qualche anno più grande, con un buon lavoro e sposata con un italiano, aveva deciso di aiutare quel ragazzo in difficoltà economiche con piccole somme di denaro e qualche pasto caldo. Lui, però, aveva interpretato la solidarietà fra migranti come uno spiraglio per accampare pretese esorbitanti e, ai primi rifiuti, aveva cominciato a insultare la donna e persino a minacciarla di rivelare al marito un’inesistente relazione sentimentale, se non gli fossero stati consegnati 3.000 euro. A quel punto, la vittima aveva deciso di tagliare definitivamente i ponti; quella forte presa di posizione, però, aveva spinto l’uomo a un martellamento di atti persecutori ancora più incessante: centinaia di telefonate al giorno, a ogni ora, sul cellulare e sul posto di lavoro, minacce sempre più rancorose, insulti sui social network visibili a tutti i contatti della vittima. Inoltre, da quei messaggi di odio, traspariva che l’aspetto più inaccettabile della vicenda, agli occhi del persecutore, era che a resistergli fosse una donna, da lui ritenuta inferiore e odiata a tal punto da minacciarla di lapidazione.
Alla fine la vittima, che nel frattempo per la preoccupazione aveva dovuto modificare le sue abitudini di vita, con gravi ripercussioni anche sull’attività lavorativa, si è rivolta ai carabinieri di Pesaro per chiedere aiuto. La decisione, maturata grazie al sostegno della famiglia eppure sofferta e non priva di ripensamenti, per paura che la denuncia rendesse lo stalker ancora più aggressivo, si è rivelata la scelta migliore: la macchina della giustizia si è messa in moto fin dal primo momento e la Procura della Repubblica del Tribunale di Urbino, in considerazione dei concordanti indizi di reato e della potenziale pericolosità della situazione, ha subito richiesto e ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari una misura cautelare detentiva per l’uomo. A quel punto lo stalker, forse messo in allerta proprio dalla vittima, che lo aveva minacciato di denunciarlo, ha lasciato l’abitazione che divideva con alcuni connazionali e si è recato in Francia da alcuni parenti. Appreso dell’allontanamento, l’Autorità Giudiziaria ha richiesto un mandato di arresto europeo per la gravità dei fatti. La lontananza non ha comunque impedito al persecutore di continuare a tormentare la donna con ferocia addirittura maggiore, e con un odio ormai svincolato da quei tremila euro che, ormai era chiaro, non avrebbe mai ricevuto.
Quel che l’uomo non sapeva, però, era che il suo telefono cellulare fosse stato messo sotto controllo su disposizione della Procura di Urbino, e la sua posizione costantemente monitorata dai carabinieri. Al suo rientro in Italia dopo quasi un mese, infatti, è stato catturato proprio mentre si presentava sotto casa della sua vittima, per prenderla alla sprovvista. A cogliere impreparato lui, però, sono stati gli uomini del Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Urbino e della Stazione di Pesaro, che lo hanno arrestato e condotto alla casa circondariale di Pesaro, in attesa dell’interrogatorio di garanzia e del successivo giudizio.