Cronaca

Jesi, genitori e studenti con il prof “negazionista”: «Era solo una provocazione per stimolare un pensiero critico»

Due le lettere inviate in redazione per esprimere solidarietà al docente Matteo Cesaroni del Liceo Classico al centro di una bufera mediatica dopo i messaggi in cui negava la pandemia

Liceo Classico "Vittorio Emanuele II" di Jesi
Liceo Classico "Vittorio Emanuele II" di Jesi

JESI- Il polverone sollevato nei giorni scorsi da alcuni messaggi whatsapp inviati dal docente di matematica e fisica del Liceo Classico “Vittorio Emanuele II” ai suoi studenti in cui negava la pandemia, poi ritrattati, non accenna a sedimentarsi.
La vicenda, rimbalzata anche sui principali quotidiani nazionali, aveva suscitato anche l’interesse della trasmissione televisiva “Le Iene”, i cui reporter erano venuti a Jesi per incontrare il dirigente scolastico Floriano Tittarelli. Intanto il prof aveva fatto dietro-front, correggendo il tiro delle sue dichiarazioni e chiedendo scusa. Ma al contrario dell’opinione pubblica che ha duramente condannato le dichiarazioni del docente, da parte di studenti e genitori si alza la difesa.

Due le lettere inviate in redazione per spiegare a chi non lo conosce, come in realtà è il professor Matteo Cesaroni, sostengono i suoi difensori. «Il professore non è quello che tutti credono – scrivono gli studenti della 4 L – è un professore d’altri tempi, nessuno è come lui. In questi anni è stato in grado di insegnarci, oltre che le sue materie, un modo di pensare basato sul confronto e sull’ascolto. Le sue lezioni sono sempre state innovative e stimolanti. È capitato spesso negli anni di trattare argomenti diversi da quelli che insegna – continua la lettera – creando situazioni di dialogo aperte a tutti, in grado di favorire lo scambio di idee e l’arricchimento di queste. Come suo solito appunto, anche in questo caso è stato uno dei pochi a trattare l’argomento. Sono stati diversi gli interventi del professore in merito alla materia, soprattutto durante le lezioni in presenza. In particolare ci ha posto davanti agli occhi un punto di vista differente rispetto quello considerato lecito dalla società».

I ragazzi insistono insomma sul modo alternativo e liberale di affrontare una questione, anche di vitale importanza come quella del Covid-19. E parlano anche di fraintendimento nell’interpretazione dei suoi messaggi. «Il professore non ha mai parlato di negazionismo – sottolineano – bensì ci ha informato sulle varie possibilità con cui questa situazione potesse essere affrontata. Inoltre, ci ha sempre spronati a vivere in modo più tranquillo e sereno possibile questo periodo difficile per tutti gli studenti. Infatti, come ha affermato egli stesso ci diceva che qualcosa in noi era cambiato e che non dovevamo perdere la vera essenza di noi. Nel momento in cui è iniziata la didattica a distanza questi momenti di confronto sono venuti a meno per ovvi motivi. Alcuni giorni fa ci è arrivato un messaggio del prof in cui esponeva il suo pensiero e ci invitava a partecipare ad una protesta: in nessun modo ci ha obbligati. Si è trattato di un semplice invito non accolto da noi studenti, tanto che nessuno ha mostrato interesse a partecipare e così si è conclusa la storia. Alla pubblicazione della notizia siamo rimasti sconcertati. L’assurdità sta nel fatto che viviamo in un paese democratico, dove la libertà di parola è un diritto, ma nonostante questo è stato criticato ed attaccato. A prescindere dal suo ruolo di docente, è importante nella società conoscere e accettare anche le opinioni altrui, anche se non concordano con le nostre. Dunque – conclude la lunga lettera degli studenti del Classico – quello che ci chiediamo è perché così tanto odio? Nessuno se non meglio di noi conosce la grandezza di questa persona, dunque chiediamo di smetterla di puntargli il dito contro».

Primo giorno di scuola al Liceo classico Vittorio Emanuele II

Una difesa assunta trasversalmente anche dai genitori degli stessi ragazzi, che indicano il docente come un ottimo insegnante e verso cui esprimono piena solidarietà.
«Il messaggio del prof Cesaroni letto da persone esterne può essere frainteso, come del resto è successo, ma coloro che conoscono il professore, tipo i nostri figli, sanno benissimo interpretare la ‘provocazione’ che voleva lanciare – scrivono i genitori degli alunni della 4 L – ha agito in tal modo per stimolare un pensiero critico, divergente e per spronare i ragazzi a riaccendere un po’ gli animi ultimamente troppo spenti dal distacco umano cui il Covid li ha costretti. Il prof Cesaroni è sempre stato un ottimo insegnante, capace di insegnare bene le sue materie scientifiche a tutti, anche a chi tanta propensione per queste non ce l’ha e questo è dovuto al suo modo di insegnare paziente, paterno, professionale e serio con cui il professore si pone sempre nei confronti dei nostri figli. Viviamo in un paese dove fino a prova contraria si può discutere, esporre e confrontare le proprie idee e opinioni pur lasciando a ognuno di noi la possibilità di scegliere responsabilmente con la propria testa cosa è meglio fare e cosa no. Purtroppo – concludono i genitori – ci sono delle persone che senza riflettere e approfondire, restando nell’anonimato, accusano, giudicano e condannano, senza pensare alle ripercussioni professionali, familiari, sociali e di immagine della Scuola. Questa vuole essere una lettera di solidarietà e fiducia nei confronti del professor Cesaroni che per noi genitori resta sempre un ottimo insegnante».
Intanto, il dirigente scolastico sta analizzando la vicenda, che potrebbe portare a eventuali provvedimenti disciplinari a carico del professore, ma ci sono tempi piuttosto lunghi e un iter complesso.