MACERATA – Appiccò il fuoco all’abitazione di un suo conoscente, cuoco recanatese patteggia quattro anni di reclusione. Il gup ha disposto come misura di sicurezza un anno da scontare in una Rems, una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza.
La vicenda risale al 24 aprile scorso quando, in pieno lockdown, un 37enne recanatese che d’estate lavorava come cuoco in un ristorante che si trova in uno chalet portorecanatese, raggiunse un’abitazione in via Garibaldi a Porto Recanati. In quella casa si trovava il titolare dell’immobile al cui interno c’è il ristorante presso il quale il giovane lavorava, e sua madre. Una volta arrivato sul posto il 37enne accatastò davanti alla porta d’ingresso ogni genere di cosa, dai giornali ad oggetti di plastica, poi catene da neve, bombolette spray e altri oggetti, cosparse tutto di benzina e il carburante che avanzò lo lasciò all’interno della tanica con cui l’aveva trasportato posizionandola vicino all’ingresso.
Per impedire che chi era dentro potesse scappare, aveva trascinato davanti alla porta d’ingresso due griglie dei tombini in ghisa che erano nelle vicinanze, appiccò il fuoco e si allontanò a piedi. Quando le fiamme raggiunsero le bombolette spray, le esplosioni richiamarono l’attenzione dei vicini di casa che chiamarono i soccorsi e in attesa del loro arrivo intervennero per spostare il materiale infiammabile dalla porta di ingresso. Un gesto che evitò conseguenze ben più drammatiche vista la presenza lì vicino di un contatore del gas (danneggiato esternamente dalle fiamme).
Sul posto arrivarono i vigili del fuoco, i sanitari del 118 e i carabinieri che avviarono immediate indagini risalendo nel giro di pochissimo all’identità dell’autore del gesto. Il cuoco fu arrestato e condotto nel carcere di Montacuto ad Ancona. Sottoposto a perizia, lo psichiatra concluse che il giovane aveva una capacità grandemente scemata. Ieri mattina si è svolta l’udienza preliminare davanti al giudice Giovanni Maria Manzoni e al pubblico ministero Vincenzo Carusi. Il 37enne, accusato di tentato omicidio, incendio doloso e danneggiamento, tramite i propri legali Donato Attanasio e Paolo Angelici, ha patteggiato la pena di quattro anni di reclusione. Dovrà scontare, come misura di sicurezza un anno in una Rems. Il 37enne dal giorno del rogo non avrebbe mai spiegato i motivi di quel gesto. «Non lo sa neppure lui perché lo ha fatto», ha commentato l’avvocato Attanasio.