SERRA SAN QUIRICO – Cinzia Ceccarelli, 58 anni e Sabina Canafoglia, 51 entrambe di Jesi. Due donne, due amiche, due colleghe dello stesso stabilimento Elica di Mergo. Sono loro le vittime del tremendo incidente di ieri sera alle 19,20 in località Sant’Elena.
La Volkswagen Polo di Cinzia Ceccarelli procedeva da Mergo con direzione Jesi: a bordo con lei e Sabina, viaggiavano altri due colleghi, Sabrina Gasparrini 57 anni di Monsano e Matteo Guerri di Cupramontana. L’auto stava percorrendo una scorciatoia usata da tutti i dipendenti Elica, una stradina tortuosa e stretta che costeggia l’antica Abbazia di Sant’Elena che permette di evitare tutto il traffico della statale, il semaforo e il sottopassaggio. Una bretella fatta chissà quante altre volte, sempre insieme ai colleghi. Ma ieri sera è accaduto qualcosa di terribile, di inatteso. Improvvisamente Cinzia Ceccarelli ha avuto un malore alla guida e la collega, Sabina, che le viaggiava accanto sul sedile del passeggero, accortasi e temendo un incidente, istintivamente ha tirato il freno a mano pensando così di arrestare il veicolo che invece ha perso aderenza sull’asfalto – che in quel momento era anche viscido per via della pioggia del pomeriggio – e come una scheggia impazzita è finito nel campo a bordo strada.
Completamente fuori controllo, l’auto è scivolata sul terreno melmoso per circa 60 metri, prima di andare a finire contro la bassa rete di protezione del canale Sant’Elena e capottarci dentro. Una manciata di istanti prima che la Polo finisse ruote all’aria dentro al canale, l’unico uomo a bordo – Matteo Guerri di Cupramontana, operaio Elica che viaggiava sul sedile posteriore destro, è riuscito ad aprire lo sportello e lanciarsi fuori.
«Mentre l’auto rotolava, mi sono reso conto che stavamo finendo dritti dentro al canale. Ho fatto appena in tempo ad aprire lo sportello e lanciarmi fuori, poi la macchina è capottata, finendo dentro al canale col tettuccio sommerso dall’acqua…l’ha trascinata per circa 100 metri e come me anche Sabrina è riuscita a uscire…», questo il racconto che farà poi, sotto choc e contuso, ai soccorritori che lo hanno trovato riverso a terra sul terreno.
Sul posto, un imponente dispiegamento di forze: l’automedica del 118 di Jesi, l’ambulanza della Croce verde di Cupramontana e quella di Serra San Quirico, i carabinieri delle Stazioni di Serra San Quirico e Cupramontana, i Vigili del fuoco del distaccamento di Jesi e del comando di Ancona con la Gru e il gruppo di sommozzatori. È stato proprio Matteo a far luce sulla dinamica del disastro, riferendo ai soccorritori e ai pompieri quello che era accaduto. «Cinzia (Ceccarelli) era al volante – ha riferito ancora a chi lo stava aiutando – improvvisamente ha avuto un malore, eravamo usciti dal lavoro. Sabina (Canafoglia) che viaggiava davanti se n’è accorta e istintivamente ha tirato il freno a mano, ma la macchina ha perso aderenza…». La macchina, finita nel canale, è rimasta con le ruote all’aria, il tettuccio e l’abitacolo completamente sommersi. In quel tratto del Canale Sant’Elena, il livello dell’acqua è di circa 2 metri e 60 centimetri. La vettura è stata trascinata per circa cento metri dalla corrente, finché non s’è incastrata in un groviglio di vegetazione e rovi. Le due colleghe, Cinzia e Sabina, che viaggiavano davanti, sono rimaste intrappolate all’interno. Sono morte insieme. Quando sono arrivati i soccorsi per loro non c’era purtroppo nulla da fare.
Salva, ma in condizioni gravissime, anche la terza donna: Sabrina Gasparrini, che viaggiava sul sedile posteriore sinistro. In extremis è riuscita ad aprire lo sportello ed è finita in acqua, trascinata dalla corrente fortissima che l’ha sbattuta contro il greto del fiume dove una fitta vegetazione di rovi e spine, pur ferendola, l’ha salvata. A quei rovi Sabrina s’è aggrappata con la forza della paura e della disperazione. E con un filo di voce, dal buio del canale, è riuscita a chiamare aiuto. Intanto, le altre auto dei colleghi Elica che procedevano in colonna lungo la stessa strada, si sono fermate a prestare soccorso. Colleghi, amici e residenti, aiutando i sanitari e i pompieri, hanno tirato su la donna con una corda. È stata poi trasferita a bordo dell’ambulanza della Croce verde di Cupramontana al pronto soccorso di Torrette con un codice 3 rosso C1 di massima gravità. Le sue condizioni sono molto gravi. Illeso anche se sotto choc, Matteo Guerri, che dopo essere stato visitato in ambulanza, ha rifiutato il trasporto in ospedale e ha preferito andarsene a casa.
I vigili del fuoco hanno successivamente recuperato le salme delle due vittime.
Momenti di grande dolore, all’arrivo dei familiari sul posto che increduli e impietriti, osservavano i lenzuoli bianchi stesi a coprire la tragedia. Uno strazio. Un dolore inaccettabile. Le salme sono state recuperate dalle onoranze funebri Bondoni e in nottata, con il nullaosta del magistrato di turno, sono state condotte presso la Casa funeraria di Bondoni a Castelplanio, dove nelle prossime ore saranno allestite le camere ardenti. Il Pm non ha infatti ravvisato la necessità di una autopsia per chiarire le cause del decesso, pertanto ha disposto la restituzione alle famiglie che potranno dunque fissare i funerali.