JESI – Nella giornata di ieri, 28 ottobre, al termine dell’attività investigativa, personale di polizia giudiziaria del Commissariato deferiva in stato di libertà all’autorità giudiziaria competente una donna albanese 38enne, residente a Matera, per il reato di truffa aggravata.
La vicenda
Nei primi giorni di ottobre, la vittima, (18enne nigeriana), in sede di querela riferiva d’aver notato su di un sito online di Facebook un annuncio nel quale veniva messo in vendita un I-phone 12 Pro Max al prezzo di 250 euro. Contattato il venditore tramite servizio di messaggistica, la donna si dichiarava interessata all’acquisto. Quest’ultimo, le forniva il proprio numero di cellulare per un più rapido scambio di informazioni via whatsApp informandola che, per l’acquisto dello smartphone, avrebbe dovuto pagare subito la somma di euro 130. Quindi , una volta ricevuto l’accredito, avrebbe provveduto all’invio del telefono comunicandole il codice di tracciabilità.
A tal fine, forniva alla vittima il numero di carta postepay cu cui effettuare la ricarica. Fatto ciò, la vittima inviava a riscontro copia dell’avvenuto pagamento. Poco dopo, il venditore, per rassicurare la vittima, le inviava le foto dei codici di tracciabilità. Nei giorni a seguire, la persona offesa, controllando nel sito, non trovava alcuna traccia del codice fornitole e chiedeva spiegazioni al venditore il quale, in maniera evasiva e pretestuosa, affermava che vi erano stati problemi tecnici ed avrebbe dovuto fare un nuovo invio dell’oggetto chiedendole ulteriori 100 euro, sempre mediante ricarica della carta postepay.
Effettuato il pagamento, la vittima riceveva nuovi codici di tracciabilità ma, come accaduto prima, da un controllo nel sito non trovava alcun riscontro. Il venditore, la persuadeva che per attivare il codice di tracciabilità, necessario per seguire la spedizione, avrebbe dovuto sborsare 55 euro. La vittima, si determinava ancora una volta a corrispondere la somma richiesta tramite ricarica. Nei giorni successivi, i tentativi di contatto del venditore risultavano vani, rendendosi di fatto irreperibile. All’indomani della querela, gli accertamenti investigativi espletati dagli agenti del Commissariato, presso l’Ufficio Antiriciclaggio delle poste italiane, consentivano di verificare come la carta postepay nella quale era confluito il denaro, risultava attivata in uno sportello di Matera ed intestata ad una cittadina albanese, residente appunto a Matera. Pertanto, la donna raggiunta dalla polizia del posto su delega di questo Commissariato, veniva deferita in stato di libertà all’AG competente per truffa aggravata dall’essere il fatto commesso a distanza mediante l’utilizzo di strumenti telematici idonei ad ostacolare la propria identificazione.