JESI – Dall’incredulità alla materializzazione della tragedia e della sua portata. Col passare delle ore prendono forma, in tutta la loro drammaticità, i contorni dell’investimento mortale di ieri sera in via Cartiere Vecchie all’intersezione con via Padre Pellegrini in cui ha perso la vita Piero Guerriero, 62 anni. L’uomo, originario di Sassoferrato ma residente a Jesi, viaggiava in sella alla sua bicicletta quando è stato travolto e ucciso da una Megane condotta da un 19enne jesino. Inutili i soccorsi, troppo devastanti le ferite riportate, tanto che Guerriero è morto sul colpo. Il magistrato ha autorizzato la restituzione della salma ai familiari, non ravvisando la necessità di disporre un esame autoptico. Nelle prossime ore verranno dunque fissati i funerali. Choc in città e non solo, dove Piero era molto conosciuto e stimato. Imprenditore, scrittore e artista, era direttore dell’agenzia di pubblicità e comunicazione “Capolinea.it”, autore di testi e di spettacoli teatrali. Personaggio poliedrico, aveva sperimentato l’arte visiva, il teatro, la musica e l’animazione digitale fino al design, fondendo le sue esperienze e competenze nell’agenzia pubblicitaria jesina.
Lascia nel dolore la figlia Anna e la moglie Fiorella Ciaboco, sarta e stilista, anche lei un nome rinomato e apprezzato a Jesi e in tutta Italia per le sue creazioni, che esporta in tutto il mondo. Si trovava a Dubai per lavoro, quando è stata raggiunta dalla notizia della tragedia. Si attende il suo rientro in Italia per la sepoltura e per l’abbraccio di tutta la comunità. Oggi c’è sconcerto in città. Guerriero aveva firmato con la sua agenzia tante campagne di successo e sostenuto progetti importanti di rilievo per il contesto cittadino. Si è perso in un lampo un talento, ma soprattutto un padre e un marito punto di riferimento della sua famiglia.
I Carabinieri della Compagnia di Jesi, coordinati dal comandante Maggiore Elpidio Balsamo, sono al lavoro per ricostruire minuziosamente la dinamica dell’investimento mortale, per il quale il giovane conducente della vettura potrebbe essere indagato per omicidio stradale.
La sua auto, così come lo scheletro accartocciato della bicicletta su cui pedalava la vittima, sono sotto sequestro. La fredda macchina della burocrazia procede, mentre una famiglia piange e un’intera comunità si interroga sul perché di questa nuova tragedia in un quartiere dove già troppe croci sono state piantate.