Cronaca

Jesi, percosse e telefonate continue: scatta il braccialetto elettronico per un 34enne

L’indagine è partita a metà agosto con la querela da parte della vittima depositata al Commissariato di Jesi

JESI – Maltrattamenti in famiglia: scatta il braccialetto elettronico per un 34enne. Al termine di un’attività investigativa, espletata dal personale di polizia giudiziaria del Commissaria di Jesi, alla guida del dirigente vice questore Paolo Arena, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, veniva data esecuzione all’ordinanza emessa dal gip del medesimo Tribunale del divieto di avvicinamento alla persona offesa con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di un 34enne, indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia.

L’indagine è partita a metà agosto con la ricezione da parte del Commissariato PS di Jesi della querela da parte della vittima. Dopo una convivenza iniziata nel settembre 2023 con un ragazzo, la donna decideva di troncare la sua relazione a causa delle condotte aggressive dello stesso sfociate in due distinte occasioni, a novembre 2023 e ad agosto 2024, in percosse, che le lasciavano evidenti lividi, e parole offensive della sua dignità.

A seguito dei fatti rappresentati, il questore di Ancona adottava provvedimento di ammonimento opportunamente notificato al giovane. Nonostante ciò, a distanza di pochi giorni, il giovane cominciava a tempestarla di messaggi e chiamate sull’utenza fissa del posto di lavoro, arrecando molestia a lei ed ai colleghi. Dall’analisi del contenuto dei messaggi, si evinceva chiaramente come il giovane non avesse accettato serenamente la fine della sua relazione sentimentale e chiedesse insistentemente alla sua ex di ritornare insieme.

Gli accertamenti investigativi espletati dal personale di polizia giudiziaria del Commissariato, riscontravano i fatti e l’inquietudine dell’uomo che si ostinava a contattarla e vessarla anche dopo la notifica dell’ammonimento del Questore.

A seguito dell’informativa di reato il gip, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, adottava la misura cautelare del divieto avvicinamento alla persona offesa, con la prescrizione di permanere ad una distanza di almeno 500 metri ed il divieto assoluto di comunicazione con la stessa, e con l’applicazione del braccialetto elettronico.

«Il Dirigente del Commissariato, sollecita le vittime di reati in tema di violenza domestica a confidarsi denunciando i fatti, ponendo così fine alle vessazioni fisiche e psicologiche tenute nascoste per troppo tempo dietro le mura domestiche: c’è una possibilità di scelta, c’è un’alternativa e consiste nel riporre piena fiducia nell’operato tempestivo e risolutivo della Polizia di Stato in piena condivisione con la Procura, recuperando quell’autostima andata perduta nel tempo».