JESI- Hanno appeso striscioni, alzato cartelli e strillato al megafono le loro ragioni. Un presidio rumoroso e pacifico quello della Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fp, per affermare il diritto alla dignità del lavoro di un comparto come quello dei lavoratori del gruppo Santo Stefano (oggi Kos Care) che svolge un ruolo fondamentale nelle strutture pubbliche e private. Sono 1.900 i lavoratori della riabilitazione nelle Marche dei gruppi Kos Care, Lega del Filo d’Oro, Bignamini di Falconara Marittima.
Questa mattina davanti alla sede del centro ambulatoriale Myolab in viale don Minzoni erano una cinquantina, tutti della Provincia di Ancona, che hanno manifestato – a Jesi dopo la mobilitazione dei giorni scorsi davanti a Villa Adria, a Potenza Picena e ad Ascoli Piceno – per chiedere il riconoscimento del contratto della sanità privata a tutta la rete riabilitativa regionale.
«In Italia sono rimaste 8 regioni, tra cui appunto le Marche, a non aver adeguato i contratti – spiega Alberto Beltrani (Fp Uil) – è una situazione incresciosa per i lavoratori che svolgono la stessa mansione tra sanità pubblica e privata ma sono trattati in maniera differente, non solo dal punto di vista dello stipendio ma anche sotto il profilo della tutela normativa. Insomma, a parità di mansioni, di professionalità e di formazione, vi è una differenza di trattamento economico e normativo (scatto di anzianità e indennità di turno) che denota una inadeguatezza dei contratti vigenti. Quello che chiediamo qui oggi è l’adeguamento contrattuale dei lavoratori della sanità privata, che rispetto al contratto della sanità pubblica percepiscono in media 400 euro mensili in meno con 38 ore settimanali a fronte delle 36 della sanità privata».
«Chiediamo anche l’intervento della Regione Marche – aggiungono Giorgio Paterna (Fp Cgil) e Raffaele Niscio (Cisl Fp) – fermo restando che Kos Care si sarebbe dichiarata non contraria al cambio del contratto a patto che venga garantita una adeguata copertura economica, per questo occorre l’intervento della Regione per sollecitare l’emanazione della delibera ristoro per il risarcimento del 50% del contratto». Se la trattativa non si sbloccherà, le segreterie nazionali manderanno una lettera al Ministro della Salute Speranza sollecitando un tavolo di confronto sulla trattativa, che ora non c’è. E se anche questa soluzione dovesse fallire, si profila uno sciopero nazionale dei lavoratori della riabilitazione. «Se la trattativa anche a livello regionale continua a essere in stallo così e la Regione perdura nella sua latitanza su una questione così importante – concludono le sigle sindacali – la prossima manifestazione la faremo sotto a Palazzo Raffaello».