JESI – Era stato trasportato dall’ambulanza per i postumi di un forte abuso etilico e, il giorno successivo, si era sdraiato per terra dentro al pronto soccorso in stato di forte agitazione creando apprensione tra i pazienti e inveendo contro medici e infermieri. Ieri mattina, 11 settembre, le volanti del Commissariato – diretto del vice questore Paolo Arena – hanno denunciato un 33enne albanese (R.O.) residente a Mondolfo ma domiciliato ad Ancona, per i reati di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di dare indicazioni sulla propria identità personale.
In particolare, nell’ambito dei servizi di prevenzione, intensificati a tutela dei cittadini, a seguito di un intervento svolto a fine agosto presso il pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani, gli agenti avevano verificato la presenza di un uomo sdraiato per terra in stato di agitazione. Era stato trasportato la sera precedente per abuso di sostanze alcoliche. L’uomo turbava il regolare svolgimento delle prestazioni sanitarie, inveendo contro il personale medico e infermieristico accedendo anche in aree interdette al pubblico. Inoltre, alla richiesta dei documenti di identità, l’uomo si rifiutava di declinare le proprie generalità usando espressioni minacciose nei riguardi dei poliziotti, opponendo resistenza all’attività di identificazione. Grazie all’uso corretto delle tecniche operative, gli agenti sono riusciti a contenere la veemenza del cittadino albanese che, da accertamenti, è risultato destinatario del respingimento dell’istanza di rinnovo del permesso di soggiorno. Motivo questo, per cui è stato accompagnato in Questura per la formalizzazione del decreto di espulsione prefettizio con ordine del Questore di Ancona di lasciare il territorio nazionale nell’arco di 15 giorni. L’albanese è stato indagato per minacce, resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di dare indicazioni sulla propria identità.