JESI – Il raggiro era ben congeniato: adescare una ignara donna sola e di buon cuore, far leva sulla sua generosità e spillarle più soldi possibili incrociando fandonie su un presunto lutto del genitore e sulla preoccupazione per una grave malattia a rischio di morte. Per questo piano è stata individuata e denunciata per truffa in concorso una donna di 66 anni di Sassari, autrice insieme a un complice di una truffa ai danni di una 63enne contattata su Facebook a cui sono stati spillati 16.000 euro. Ieri, 29 gennaio, la conclusione dell’attività investigativa da parte della Polizia giudiziaria del Commissariato di Jesi, ma i fatti risalgono a marzo 2023.
I dettagli della truffa
La vittima era stata contattata tramite la messaggistica del socialnetwork da un uomo, con cui aveva avviato poi una fitta corrispondenza. Tra un messaggio e l’altro, l’uomo le forniva il suo cellulare e via whatsapp si scrivevano quotidianamente, intessendo una relazione sempre più fitta fatta di confidenze e ricerca da parte dell’uomo, di approvazione e di conforto. Alla fine di aprile, i due si sono incontrati alla stazione ferroviaria di Jesi. In quella circostanza, l’uomo ha raccontato che sarebbe dovuto partire presto per la Francia, per questioni legate alla successione ereditaria del padre che era deceduto. La settimana successiva, iniziavano le richieste di denaro: dapprima 500 euro per le spese notarili legate all’eredità, che la donna fidandosi provvedeva a dare, effettuando tre distinte ricariche di una carta. Ma incassata la somma, l’uomo tornava alla carica con un’altra fandonia: per entrare in possesso dell’eredità e sbloccare il conto corrente del padre, avrebbe dovuto pagare la somma di 15.500 euro. Stavolta la vittima manifestava le sue perplessità, rifiutando di dargli i soldi.
A quel punto, scattava il “piano B”, con un’opera di raggiro e persuasione incentrata su una presunta grave malattia di cui l’uomo avrebbe sofferto. Trovandosi in una situazione di bisogno, la implorava di non abbandonarlo proprio in quel momento e che comunque, si sarebbe trattato solo di un prestito e che avrebbe restituito per intero la somma col 5% di interessi. A conferma di ciò, le inviava una lettera di garanzia e la copia del testamento. La donna, convinta, gli ha inviato i soldi a più riprese mediante ricariche delle carte prepagate e bonifici, che tuttavia per l’entità e la frequenza hanno insospettito il direttore della filiale dove era acceso il suo conto corrente. Troppe movimentazioni di denaro, per cui la contattava chiedendole spiegazioni e in quell’occasione la metteva in guardia che poteva verosimilmente trattarsi di una di quelle truffe perpetrate in danno di donne sole.
Nei giorni successivi, la 63enne era stata di nuovo contattata dall’uomo con un’altra scusa: dovendo sottoporsi, a suo dire, ad un’operazione chirurgica rischiosa, le chiedeva l’ingente ulteriore somma di 8.000 euro. Al rifiuto della donna, l’uomo per far leva sul suo buon cuore e sui rimorsi di coscienza, le intimava «se non mi aiuti, allora scelgo di morire». Intanto, era scattata l’indagine, poiché la donna temendo di essere caduta in una trappola sentimentale si era rivolta agli agenti del Commissariato di Jesi, sporgendo querela. I poliziotti – coordinati dal vice questore Paolo Arena – sono riusciti ad acquisire informazioni utili e risalire all’intestatario dell’Iban legato al conto corrente nel quale erano confluite le cospicue somme di denaro: una donna di Sassari 66enne, con precedenti di polizia, denunciata in stato di libertà all’autorità giudiziaria competente per truffa.
Continuano le indagini per risalire all’uomo che ha agito in concorso con la donna e che è stato riconosciuto dalla vittima, che l’aveva incontrato alla stazione ferroviaria, come corrispondente alla persona ritratta nel profilo social con un nickname.