JESI – La presenza di un uomo che nel primo pomeriggio dello scorso venerdì si aggirava con fare sospetto nella zona del centro cittadino aveva catturato l’attenzione di alcuni commercianti di corso Matteotti. L’immediata segnalazione dello strano personaggio ha consentito ai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagni di Jesi di intervenire immediatamente e di sorprenderlo mentre usciva dal Santuario delle Grazie. Stringeva tra le mani una bottiglia di vino e teneva in bocca uno spinello confezionato con dell‘hashish. Per sottrarsi al controllo, l’uomo ha tentato di opporre resistenza, anche con qualche spintone nei confronti dei militari intervenuti i quali riuscivano, comunque, a trattenerlo.
I primi accertamenti svolti all’interno della Chiesa hanno permesso di appurare che quell’uomo aveva danneggiato irreparabilmente una statua di San Pio ed un messale, dal quale aveva strappato varie pagine. Aveva sottratto una bottiglia di vino, utilizzato per le celebrazioni eucaristiche, un microfono dall’altare e delle parti di un candeliere votivo elettrico, oggetti, questi ultimi, che venivano rinvenuti nel corso della perquisizione personale. Nascosto nel calzino aveva un ulteriore frammento di hashish.
Nel corso di un più accurato sopralluogo, svolto anche con il supporto di Militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, è emerso che aveva anche imbrattato con una penna due dipinti raffiguranti “Sant’Antonio da Padova” e “lI Sacro Cuore” – sulla tela di quest’ultimo aveva anche realizzato dei fori – e cosparso di cera un quadro raffigurante “Santa Rita da Cascia”. La scena era stata integralmente ripresa dalle telecamere di sorveglianza interne acquisite dai militari.
Al termine degli accertamenti, i carabinieri della Compagnia di Jesi lo hanno arrestato. Si tratta di un 34enne italiano, writer, associato, poi, alla casa circondariale di Ancona Montacuto, con l’accusa di furto aggravato, danneggiamento aggravato, resistenza a un pubblico ufficiale e distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento o imbrattamento di beni culturali, reato, quest’ultimo che prevede una pena da due a cinque anni di reclusione e la multa 2.500 a 15.000 euro.
All’udienza di convalida, tenutasi nella mattinata di ieri, il Giudice per le Indagini Preliminari Sonia Piermartini oltre a convalidare l’arresto, ha applicato nei suoi confronti la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza e di presentazione giornaliera presso la Stazione Carabinieri competente per territorio.
Difeso dall’avvocato Marco Subiaco, il 34enne ha ammesso di avere compreso il suo errore, di essere pentito e di essere “solo un povero alcolizzato”. Mentre si scusava con il gip stringeva un santino di padre Pio.