MACERATA – Dopo tre giorni dal loro furto a casa di un imprenditore civitanovese, avrebbe acquistato due computer Apple. Deve rispondere di ricettazione Innocent Oseghale.
Per il nigeriano di 32 anni condannato in primo e secondo grado all’ergastolo per l’omicidio di Pamela Mastropietro (oltre al reato di omicidio è stato condannato anche per violenza sessuale, distruzione, vilipendio e occultamento di cadavere) oggi si è aperto un altro processo in Tribunale a Macerata. Imputati con lui, ma con l’accusa di furto aggravato in concorso, ci sono due peruviani di 30 e 27 anni di Macerata e un recanatese di origine straniera di 25 anni. Secondo l’accusa (il fascicolo è del sostituto procuratore Enrico Riccioni), i due peruviani e il recanatese il 10 settembre del 2017, dopo essersi procurati in modo fraudolento la chiave di casa di un imprenditore civitanovese, sarebbero entrati nella sua abitazione e avrebbero prelevato due computer portatili marca Apple e un televisore Samsung. Tre giorni dopo, il 13 settembre a Macerata, Oseghale avrebbe acquistato i due personal computer rubati pagandoli la somma di 320 euro complessivi (per questo l’accusa nei suoi confronti è di ricettazione).
Oggi si è aperto il processo a carico dei quattro davanti al giudice Barbara Cortegiano e al pubblico ministero Sabina Antognozzi. L’imprenditore si è costituito parte civile con gli avvocati Donatello Prete e Paolo Giustozzi, mentre i due peruviani, tramite i rispettivi avvocati Mirela Mulaj e Ilenia Catalini, hanno chiesto l’abbreviato e l’udienza per loro è stata rinviata al 22 novembre. Per Oseghale e il recanatese, difesi dagli avvocati Simone Matraxia e Bruno Mandrelli, l’udienza è slittata al prossimo 18 ottobre per iniziare a sentire i primi testimoni indicati dall’accusa.