MACERATA – «Se non mi dai 200.000 euro, racconto a mio marito la nostra relazione sentimentale». Sarebbe stata questa la minaccia rivolta da una moldava 43enne al figlio dell’anziana assistita dalla straniera. Accusata di tentata estorsione, oggi in aula è stata sentita la vittima che ha confermato le accuse. «Lavorava come badante per mia madre – ha riferito il 61enne al giudice Francesca Preziosi e al pubblico ministero Francesca D’Arienzo –. Un giorno mi si avvicinò, ci furono delle effusioni e tutto finì lì. Dopo iniziò a chiedermi 200.000 euro con la minaccia di raccontare a suo marito lo scambio di effusioni».
L’episodio risale al 2020. All’epoca la moldava lavorava come assistente domiciliare della madre del maceratese, sarebbe stato allora, secondo l’accusa, che lei avrebbe chiesto a lui 200.000 euro con la minaccia di rivelare a suo marito della loro relazione sentimentale. Alla fine l’uomo presentò una denuncia, si aprì un’indagine ma all’esito degli accertamenti il pm chiese l’archiviazione ritenendo che l’accusa non fosse sostenibile in giudizio, il legale del denunciante presentò opposizione e nell’udienza fissata per la discussione il gip Giovanni Manzoni dispose l’imputazione coatta. Nel processo in corso il 61enne è parte civile con l’avvocato Andrea Tonnarelli, mentre la moldava è difesa dall’avvocato Sandro Giustozzi.