MACERATA – Dalle borse alle cinture, dai giubbotti alle scarpe e poi occhiali, pantaloni, camice e maglie. Nel market del falso c’era di tutto e c’erano tutti, tutti i marchi più apprezzati e richiesti, ma rigorosamente contraffatti. E non importava se quei capi fossero anonimi e di dubbia provenienza, bastava il nome stampato su un’etichetta a renderli desiderabili, così tanto che c’è stato chi è arrivato a spendere 140 euro per un Woolrich contraffatto. Certo, nulla rispetto agli almeno 700 euro del parka originale, ma tanto per un capo fatto chissà dove e con chissà quali materiali. Alla fine ci hanno pensato le forze dell’ordine a smantellare la filiera del falso e in 20, un campano residente a Recanati e 19 senegalesi, sono finiti sotto inchiesta per i reati, contestati a vario titolo, di ricettazione e contraffazione aggravata.
I fatti risalgono agli anni 2018 e 2019 e sarebbero avvenuti soprattutto tra Porto Recanati e Civitanova, ma anche a Passo di Treia e in altri comuni della provincia maceratese. Secondo la ricostruzione accusatoria – il fascicolo è del sostituto procuratore Rosanna Buccini – alcuni dei 20 imputati avrebbero provveduto a prendere capi di abbigliamento anonimi sui quali successivamente venivano applicati bottoni e in particolare etichette false di marchi di alta moda, poi la merce veniva venduta in diversi comuni della costa marchigiana. Da Woolrich a Colmar, da Gucci a Louis Vuitton e poi Burberry, Ralph Lauren, Moschino, Prada, Saucony, Dolce & Gabbana, Hermes, Hogan e Tod’s. Ma i marchi contraffatti sono molti di più, gli inquirenti, infatti, ne hanno individuati ben 36. Quattordici invece sono le pagine che raccolgono i 31 capi d’imputazione contestati a vario titolo ai 20 imputati.
Questa mattina nell’udienza preliminare al Tribunale di Macerata, il gup Domenico Potetti (il pubblico ministero in aula era Vincenzo Carusi), ha stralciato la posizione di quattro senegalesi, tutti irreperibili, rinviando al 26 gennaio del 2022, mentre per gli altri 16 l’udienza è stata rinviata al prossimo 17 marzo. Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Alessandro Marcolini, Emanuele Senesi, Alessandro Brandoni, Paolo Marchionni, Maria Cristina Ottavianoni e Marco Romagnoli.