MACERATA – Acquista su un sito un barboncino Toy, ma dopo 10 giorni il cucciolo muore. Venditore condannato per truffa, assolto il veterinario. Lo ha stabilito oggi il giudice del Tribunale di Macerata Andrea Belli che ha condannato per truffa un 36enne dell’Ascolano a sei mesi di reclusione, 300 euro di multa e al pagamento di una provvisionale alla parte civile di mille euro. Il giudice ha invece assolto il veterinario, di 58 anni, anche lui dell’Ascolano.
Secondo l’accusa, sostenuta in aula dal pubblico ministero Raffaela Zuccarini, la truffa sarebbe stata compiuta ad agosto del 2018 quando un operaio maceratese aveva risposto a un annuncio di vendita di un barboncino Toy su un sito concordando con il venditore giorno e luogo per la consegna del cucciolo, dopo le dovute rassicurazioni fatte dal venditore sul buono stato di salute del barboncino. I due si erano quindi incontrati all’uscita del casello autostradale a Civitanova dove il 36enne aveva consegnato il cucciolo e il libretto sanitario incassando la cifra pattuita di 450 euro.
«Mi hanno detto che aveva tre mesi e che era stato vaccinato, sverminato e visitato dal veterinario», aveva spiegato in aula l’acquirente durante il processo, però lui era la prima volta che acquistava un cane e poco dopo aveva portato il barboncino a un veterinario che lo aveva visitato trovandogli dei parassiti e gli aveva messo il microchip. Pur non avendo mai avuto un cane l’uomo si era accorto che quel cucciolo non stava bene e lo aveva portato a un altro veterinario (dato che il precedente era in ferie) che gli aveva fatto un test specifico trovandogli gli anticorpi da virus. Dopo qualche giorno il barboncino morì per parvovirosi.
L’operaio, che nel processo era parte civile con l’avvocato Andrea Tonnarelli, già prima del tragico epilogo presentò una denuncia contro il venditore alla Guardia di Finanza.
Oggi in aula è stato sentito il veterinario che ha confermato di aver già vaccinato altri cani per il venditore ma ha disconosciuto la firma sul libretto sanitario, che in realtà era una sigla senza timbro non riconducibile ad alcun veterinario. All’esito della discussione il veterinario è stato assolto mentre il venditore è stato condannato a sei mesi.
A margine dell’udienza l’avvocato Tonnarelli si è detto soddisfatto dell’esito del processo precisando che «la costituzione di parte civile è stata fatta non per ottenere un ristoro economico ma per evitare che anche altri possano restare vittime di queste truffe. È stata una vicenda che ha intristito molto il mio assistito, perché anche se il cane è stato con lui solo per dieci giorni, ci si era molto affezionato».