MACERATA – Ha patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione pena sospesa e la sospensione della patente per due anni e otto mesi l’autista dell’autobus che il 20 luglio del 2021 investì uccidendola Federica Ciuffetti, mamma di 46 anni che quella tragica mattina stava raggiungendo il posto di lavoro in provincia. Oggi, all’udienza preliminare celebrata a Macerata davanti al gup Giovanni Maria Manzoni l’imputato, un 42enne civitanovese accusato di omicidio stradale non ha partecipato, erano invece presenti i parenti di Ciuffetti, il marito Paolo Piccardoni, i genitori Dora Fiaccarini ed Enrico Ciuffetti e la suocera Gigliola Piccardoni, assistiti dall’avvocato Andrea Agostini.
L’incidente avvenne la mattina del 20 luglio 2021, Ciuffetti aveva attraversato piazza Guglielmo Marconi davanti al convitto, ma poco prima di terminare l’attraversamento era stata colpita alle spalle da un autobus della Contram che arrivava dai Giardini Diaz e che aveva sterzato a sinistra per immettersi in via Caduti di Nassiriya. L’urto fece cadere a terra la mamma che fu schiacciata all’altezza del torace e del bacino dal treno di gomme posteriori gemellari.
In base a quanto accertato visionando le telecamere posizionate all’interno del mezzo, nessuno si era accorto di nulla, neppure i pochi passeggeri che erano all’interno dell’autobus. Successivamente a quel tragico incidente il pubblico ministero Enrico Riccioni dispose una simulazione del sinistro che venne eseguita dalla polizia locale guidata dal comandante Danilo Doria. Per la Procura l’autista in prossimità dell’attraversamento pedonale, avrebbe dovuto ridurre la velocità per evitare situazioni di pericolo e comunque si sarebbe dovuto fermare in presenza di un pedone che stava attraversando.
Questa mattina l’avvocato Donatello Prete, in sostituzione del collega Giacomo Frazzitta del foro di Marsala, ha patteggiato la pena di un anno e quattro mesi con sospensione condizionale, oltre alla sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida per due anni e otto mesi. I familiari della vittima sono stati parzialmente risarciti.