CIVITANOVA – Per la difesa di Filippo Ferlazzo il delitto del 39enne nigeriano Alika Ogorchukwu sarebbe stato involontario, per questo motivo ha chiesto il rito abbreviato condizionato. L’istanza è stata depositata di recente dall’avvocato Roberta Bizzarri, dopo la richiesta di giudizio immediato presentata dal pubblico ministero Claudio Rastrelli seguita dalla fissazione dell’apertura del processo al 5 aprile davanti alla Corte d’Assise, ritenendo che il reato possa essere derubricato da omicidio volontario aggravato per il quale non è possibile richiedere il rito alternativo, ad omicidio preterintenzionale. Adesso sarà il gip Claudio Bonifazi a doversi pronunciare.
Il 32enne campano è accusato di omicidio volontario aggravato e di rapina nei confronti dell’ambulante nigeriano morto il 29 luglio 2022 per “asfissia violenta da strozzamento e concomitante shock ipovolemico da rottura della milza”. Quel giorno a Civitanova Marche, in base a quanto ricostruito dalla Procura in fase di indagini preliminari, Ogorchukwu aveva avvicinato Ferlazzo e la compagna in corso Umberto I: «Ragazzi», aveva detto prima di ricevere un brusco rifiuto dalla donna. Il nigeriano avrebbe insistito cercando di afferrare il braccio della compagna di Ferlazzo ma senza riuscirci, a quel punto si sarebbe allontanato. L’insistenza però aveva provocato la reazione violenta di Ferlazzo che dopo aver raggiunto il 39enne lo aveva aggredito brutalmente: prima lo aveva colpito al busto con la stampella che Alika usava per camminare, poi una volta che il nigeriano era a terra lo aveva bloccato cingendogli il collo con un braccio, mettendosi a cavalcioni su di lui e schiacciandolo a terra per almeno due minuti. Delle persone gli avrebbero urlato di smetterla e solo a quel punto Ferlazzo si sarebbe alzato per poi allontanarsi.
L’avvocato Bizzarri ha chiesto l’abbreviato condizionato all’esame della consulente di parte, la prof Monia Vagni docente di psicologia della devianza e criminologia all’Università di Urbino, e del medico legale Ilaria De Vitis che ha effettuato l’autopsia su Alika. Ferlazzo, risultato affetto da disturbo bipolare e disturbo borderline della personalità con una invalidità riconosciuta e certificata pari al 100%, è invece stato ritenuto dal perito del gip, lo psichiatra Gianni Giuli, pienamente capace di intendere e di volere.