ANCONA – «Sono uscito per uccidere Michele, poi sarei andato all’estero in Inghilterra». Con fredda lucidità Mattia Rossetti, il 26enne anconetano arrestato ieri con l’accusa dell’omicidio dell’amico Michele Martedì in via Maggini, ha ammesso il delitto davanti al Pm Irene Bilotta.
Interrogato per oltre un’ora dai Carabinieri del Comando provinciale di Ancona diretti dal Colonnello Cristian Carrozza alla caserma della Montagnola, il ragazzo ha risposto alle domande del Pm fornendo una sua versione dei fatti e una specie di movente: la love story finita male con una ragazza (si hanno però forti dubbi che esista realmente).
Un’ora di interrogatorio, di domande pressanti sui rapporti intercorsi tra i due giovani, cresciuti insieme fin dalle scuole medie, amici che uscivano con la stessa comitiva. Uniti, almeno fino a qualche mese fa, quando in Mattia qualcosa sarebbe cambiato. Uno sguardo diverso, un rancore covato verso Michele, che temeva per la sua incolumità tanto da essere andato dalla madre di Mattia dicendo che lo minacciava e che dovevano curarlo.
L’amico d’infanzia era cambiato e da qualche tempo iniziava a essere una presenza ossessiva per il parrucchiere 26enne, che aveva raccontato a colleghi e amici di quelle minacce.
In un episodio – avvenuto qualche mese fa – addirittura Michele sarebbe stato aggredito da Rossetti ed era intervenuta la Polizia a separarli. Il motivo: sempre l’ombra di questa misteriosa ragazza di cui Mattia sarebbe stato innamorato ma che avrebbe avuto una storia con Michele. Circostanza sempre negata da Martedì, anche perché nessuno della comitiva di amici sa della presenza di questa donna, forse creata solo nella mente fragile di questo ragazzo. Anche questo, insieme ad altri elementi di questa terribile storia, è al vaglio degli inquirenti.
Sebbene non avesse un disturbo mentale conclamato, diagnosticato da specialisti insomma, in passato Mattia era stato sotto cura farmacologica ed era stato seguito dal centro di salute mentale della Asur. Terminata la terapia farmacologica, attualmente Mattia era seguito privatamente da uno psicoanalista. Una situazione psicologica sempre più fragile, come evidente in un video delirante postato da Mattia in una storia di Facebook (video acquisito dai Carabinieri) in cui mostra rancore verso la vittima.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, Rossetti aveva acquistato il coltello a serramanico con la lama di 10 centimetri – l’arma del delitto – per colpire Michele. Ieri sarebbe andato a cercarlo e una volta trovato, in via Maggini, vicino casa, lo ha colpito con 9 fendenti. Il Pm ha dunque contestato l’omicidio volontario premeditato e pluriaggravato dall’uso dell’arma e dallo stalking.
Rossetti si trova in carcere a Montacuto, in attesa della convalida dell’arresto che dovrà essere fissata dal Gip in queste ore. Con ogni probabilità, il Pm potrebbe anche disporre una perizia psichiatrica per capire la reale capacità di intendere e di volere di Mattia Rossetti al momento dell’omicidio. Intanto, i militari hanno sequestrato computer, cellulari e dispositivi elettronici a casa di Rossetti, che saranno poi scandagliati ed esaminati dall’analista forense Luca Russo.
Oggi si è svolta l’udienza di conferimento dell’incarico dell’autopsia al medico legale dottor Adriano Tagliabracci. L’esame anatomopatologico – volto a chiarire le circostanze della dinamica del decesso – potrebbe essere effettuato tra domani e venerdì. Solo poi verrà concesso il nullaosta alla sepoltura.