MACERATA – I giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione hanno respinto il ricorso bis dei difensori di Oseghale, diventa così definitiva la condanna all’ergastolo per Innocent Oseghale, il 35enne nigeriano che il 30 gennaio del 2018 violentò, uccise e fece a pezzi la 18enne romana Pamela Mastropietro nell’appartamento mansardato in cui l’extracomunitario viveva al civico 124 di via Spalato.
I resti della giovanissima furono poi chiusi in due trolley lasciati nella notte lungo la strada a Casette Verdini di Pollenza. Con la decisione dei giudici romani viene dunque confermata anche l’aggravante della violenza sessuale su cui in precedenza erano stati chiamati a pronunciarsi proprio dagli ermellini i giudici della Corte d’Assise di Appello di Perugia.
Oggi era stato lo stesso sostituto procuratore generale Maria Francesca Loy a chiedere il rigetto del ricorso presentato dagli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi sostenendo che la sentenza aveva colmato ogni lacuna. «Siamo delusi – hanno commentato a margine dell’udienza i difensori –, rispettiamo la decisione della Corte ma ritenevamo e riteniamo tuttora che la sentenza in punto di violenza sessuale presenta delle illogicità e delle contraddizioni enormi e che la ricostruzione così come operata, secondo noi, è sganciata da qualsiasi risultanza probatoria». Commossa la mamma di Pamela, Alessandra Verni: «Aspettavo questa sentenza da sei anni». La madre della 18enne ha organizzato per il prossimo 30 gennaio, a sei anni dall’omicidio, una fiaccolata in ricordo di Pamela alle ore 17.30 a Re di Roma.