Cronaca

Omicidio di Jesi, le figlie: «Siamo sprofondati nelle tenebre, mamma non meritava di morire così»

Le figlie di Italo Giuliani e Fiorella Scarponi, la coppia aggredita nella propria abitazione di via Saveri, si sfogano tra le lacrime. «Nostro padre insiste nel voler partecipare al funerale»

Italo Giuliani e la moglie Fiorella Scarponi

JESI – «Siamo sprofondati nelle tenebre più oscure che si possano immaginare, nostra madre era un’anima gentile, aveva un cuore grande. Non meritava di morire così, nessuno lo meriterebbe». Sono comprensibilmente ancora sconvolte Tiziana e Ilaria, le figlie di Italo Giuliani, 74 anni, aggredito e ferito con un frammento di vetro nella sua abitazione all’alba di venerdì 3 luglio dal vicino di casa, il 25enne Michel Santarelli affetto da problemi psichici. In quella brutale aggressione, Michel ha ucciso Fiorella Scarponi, 69 anni, moglie di Italo.

«Come potevamo non dire a nostro padre che mamma non c’era più?» si sfogano le figlie. «Da quel venerdì nostro padre ha continuato a chiedere sempre di lei, convinto di averla difesa e che lei fosse ricoverata in ospedale. Abbiamo temporeggiato, aspettando che la sua tempra lo aiutasse un po’ nella ripresa fisica dalle ferite e dai traumi riportati, poi con l’aiuto di uno psicologo glielo abbiamo detto. Ed è stato terribile, si è come spento. Ma non potevamo aspettare oltre, quando andavamo in ospedale chiedeva continuamente di mamma e se dicevamo che non avevamo notizie, si arrabbiava. Insiste nel voler partecipare al funerale, troverà la forza per esserci. Ma prima era necessario che lo sapesse e che lentamente rielaborasse il lutto…».

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Italo è un leone, uno che nella vita ne ha passate tante. Batoste, problemi di salute, battaglie per i diritti della sua amata società sportiva Libertas. Ma questo è troppo. «In tutte le battaglie che ha affrontato ha sempre avuto mamma al suo fianco, questo lo rendeva forte – spiega Ilaria tra le lacrime -, adesso deve affrontare questo da solo, ci siamo noi, c’è l’amore di tantissima gente, ma è un dolore troppo grande».

La famiglia Giuliani è ben voluta in città, stimata per l’attività di Italo nel sociale e nello sport, apprezzata per essere disponibile, gentile e di buon cuore, soprattutto Fiorella, l’angelo della casa e una presenza dolce in quel quartiere, dove la si vedeva spesso portare a spasso i nipotini o in cortile a scambiare quattro chiacchiere con i vicini. Per questo essere così dall’animo gentile, il sostegno della città di Jesi, del mondo sportivo regionale e nazionale è ancora più intenso, forte, acceso.

«Stiamo ricevendo telefonate da tutta Italia – dice Tiziana -, dalle Federazioni sportive, dai nostri impagabili collaboratori della Libertas, da amici e persone che conoscono nostro padre, noi. Siamo circondati dall’amore, dal sostegno e dalla solidarietà. In questa tragedia immane l’amore che stiamo ricevendo è così tanto, ci sentiamo di ringraziare tutti. Nostro padre non ha ancora il telefono cellulare, non ha letto i giornali… è troppo presto. Ma siamo certe che appena tornerà ad avere contatti con l’esterno sarà inondato di sostegno e solidarietà, in questo amore dovrà trovare la forza per accettare quello che è successo e andare avanti piano piano».

Intanto oggi pomeriggio si è svolta l’autopsia sulla salma di Fiorella Scarponi eseguita dall’anatomopatologo Adriano Tagliabracci. Il magistrato della Procura di Ancona entro domani dovrebbe concedere il nullaosta per la sepoltura, così che la famiglia possa organizzare i funerali, che saranno celebrati alla chiesa di San Giuseppe.

In questo dolore immenso si innesta un pensiero per Michel Santarelli, la persona accusata di aver tolto la vita alla loro amata mamma. Nessun perdono, solo un sentimento di forte ostilità. E di paura. «Per colpa sua nostro padre è in ospedale e mamma non c’è più – dicono Tiziana e Ilaria -, nostra madre non ce la ridarà più nessuno, il dolore che stiamo provando non si cancella con niente. Ma questa situazione terribile che abbiamo vissuto noi non deve viverla più nessuno, non si deve ripetere. Se una persona è un pericolo per la società non deve essere libera. Quello che ci è accaduto deve essere una lezione per tutti – insiste Ilaria col cuore gonfio di rabbia -, bisogna prendersi le proprie responsabilità di fronte a una persona che è pericolosa. Mamma aveva un cuore grande, non lo meritava».
Il dolore lascia spazio alla paura. «Abbiamo paura che dietro un giudizio sulla malattia mentale ci siano anni di recupero, ma che poi questa persona torni libera di fare del male. Non deve accadere, ci deve essere giustizia certa».

Michel Santarelli intanto resta ricoverato nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi, dove si trova piantonato da venerdì. Lo ha deciso il Gip oggi, al termine dell’udienza svolta proprio in struttura per le particolari condizioni del ragazzo, incapace di presenziare in tribunale. Il gip ha convalidato l’arresto disponendo la misura cautelare della detenzione in struttura. Fuori dal reparto ha atteso l’esito la madre, Giuseppina Scuppa, che gli è stata accanto fin dai primissimi momenti della tragedia e in tutte queste ore drammatiche.