Cronaca

Omicidio di Ancona, Michele aveva perso troppo sangue: ucciso con 9 coltellate. Fissati i funerali

Conclusa nel pomeriggio l'autopsia del 26enne. Sabato alla chiesa dei Cappuccini di Ancona l'ultimo commosso saluto

Michele Martedì
Michele Martedì

ANCONA – Si è svolta oggi pomeriggio (giovedì) alle 15 presso l’istituto di medicina legale dell’ospedale regionale di Torrette l’autopsia disposta dalla Procura sulla salma di Michele Martedì, il 26enne hair stylist ucciso ad Ancona in via Maggini il giorno dell’Immacolata.

L’esame autoptico, svolto dall’anatomopatologo dottor Adriano Tagliabracci, ha confermato che il ragazzo è stato raggiunto da nove fendenti scagliati con forza al collo, al tronco e alle braccia. Ferite profonde, che hanno provocato un’emorragia importante, tanto che l’aggressore – Mattia Rossetti, 26enne, amico della vittima, arrestato poco dopo – scappando aveva la felpa intrisa del sangue di Michele. Un delitto efferato, pianificato, secondo la Procura, già da tempo: infatti Mattia Rossetti aveva acquistato quel coltello a serramanico con la lama di 10 centimetri forse proprio per uccidere Michele. Coltello trovato dai Carabinieri ancora in pugno all’aggressore, che dopo il delitto aveva trovato rifugio nella casa di suoi conoscenti, sempre in via Maggini, facendosi aprire con una scusa.

Secondo le primissime risultanze dell’autopsia (il cui esito completo sarà consegnato entro 90 giorni), sembra che i fendenti siano stati scagliati anteriormente e lateralmente: Michele non è stato aggredito alle spalle, ha potuto guardare in faccia Mattia, quell’amico con cui era cresciuto e riconoscere, negli ultimi istanti di vita, l’odio feroce che lo aveva trasformato in un killer.
Il decesso del povero ragazzo è sopraggiunto quasi subito, a causa dell’abbondante perdita di sangue provocata dalle ferite profonde inferte, che hanno reciso vasi sanguigni del collo e punti vitali. La famiglia di Michele Martedì (tutelata dall’avvocato Alessandro Scaloni) è distrutta dal dolore, sebbene circondata e sostenuta da tanto amore, solidarietà e affetto da parte di tutti. La salma è stata liberata e il magistrato ha concesso il nullaosta per la sepoltura.

I funerali saranno celebrati sabato 12 dicembre alle ore 15 nella chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi, in via Fermo al rione delle Grazie, conosciuta da tutti come Chiesa dei Cappuccini. Una chiesa molto grande e con un ampio sagrato che tenterà di accogliere l’abbraccio infinito della città di Ancona per questo sfortunato giovane, sempre solare e sorridente, amato da tutti.  

Mattia Rossetti intanto si trova rinchiuso al carcere di Montacuto di Ancona, in attesa della convalida dell’arresto che dovrà essere fissata dal Gip. Con ogni probabilità, il Pm Irene Bilotta potrebbe anche disporre una perizia psichiatrica per capire la reale capacità di intendere e di volere di Mattia Rossetti al momento dell’omicidio. Il giovane, che in passato era stato ricoverato al Centro di Salute mentale di Ancona, aveva intrapreso un percorso terapeutico farmacologico, saltuariamente faceva delle visite da uno psicanalista che lo seguiva privatamente. Ma questo non è bastato a contenere la sua ira, covata nel tempo ed esplosa nell’ultimo periodo. Secondo quanto emerso dall’interrogatorio durante il quale Rossetti – difeso dall’avvocato Francesco Linguiti – avrebbe ammesso l’omicidio dicendo «sono uscito per uccidere Michele, mi volevo vendicare», il ragazzo avrebbe anche individuato nella vittima la causa di tutti i suoi fallimenti nella vita, nel lavoro e nell’amore. Rossetti accusava Michele di averlo fatto finire in cura, di avergli soffiato una ragazza anni fa. Tutti elementi al vaglio dei Carabinieri del comando Provinciale di Ancona che stanno portando avanti le indagini. Nelle farneticazioni del 26enne, anche una presunta fuga all’estero, in Inghilterra, che avrebbe voluto fare dopo aver ucciso il rivale. Tanti elementi che se da un lato descrivono una lucida volontà di vendetta, dall’altro disegnano una mente molto fragile e offuscata.

Mattia Rossetti, arrestato per l’omicidio di Michele Martedì


Il Pm gli ha contestato l’omicidio volontario premeditato e pluriaggravato dall’uso dell’arma e dallo stalking. C’erano filmati deliranti sui social, conversazioni di Mattia con altri amici in cui descriveva Michele come un «infame». Tutti elementi che saranno scandagliati dall’analista forense Luca Russo incaricato dell’analisi del computer e del cellulare di Rossetti. Una persecuzione, un’ossessione verso la vittima iniziata da qualche tempo, tanto che anche sua madre era preoccupata. Il giorno prima del delitto, Mattia era uscito a cercare Michele per un confronto, la madre spaventata, aveva chiamato la Polizia dicendo di cercare suo figlio: «Ce l’ha con quell’altro ragazzo, non so il perché ma ho paura per tutti e due». Ventiquattr’ore dopo, l’efferato delitto. E le parole, miste al pianto della povera donna, suonano come un drammatico presentimento.

I rilievi scientifici dei Carabinieri sul luogo del delitto, in via Maggini