MACERATA – Accusato di palpeggiamenti su una studentessa cameriera, ristoratore portorecanatese condannato a un anno e due mesi. La difesa presenterà ricorso in appello.
La vicenda risale ad aprile del 2017 quando la persona offesa, all’epoca 19enne, si era presentata in questura per denunciare i fatti. Alla polizia la ragazzina riferì di lavorare come cameriera in un ristorante di Porto Recanati e che un giorno il ristoratore (un uomo che oggi ha 79anni) l’avrebbe bloccata all’interno di un locale adibito a cucina secondaria che veniva utilizzata principalmente per lavare piatti e stoviglie e lì l’avrebbe palpeggiata toccandole il seno e il sedere e facendole apprezzamenti sul seno.
Gli atti erano finiti in procura all’attenzione del pubblico ministero Rosanna Buccini che aprì un fascicolo a carico dell’uomo. Il sostituto procuratore delegò mirati accertamenti all’esito dei quali chiuse l’indagine contestando all’indagato il reato di violenza sessuale. Il procedimento finì all’attenzione prima del giudice dell’udienza preliminare e poi dei giudici del collegio. L’imputato, difeso dagli avvocati Roberto Regni del foro di Ancona e Tina Maria Fusari del foro di Macerata, sin dall’inizio della vicenda aveva rigettato gli addebiti contestando le accuse che gli venivano mosse.
Nel corso del dibattimento sono stati sentiti diversi testimoni, tra questi anche la studentessa (che non si è costituita parte civile) che ha confermato tutte le accuse. Giudici e pubblico ministero hanno sentito anche i testimoni indicati dalle difese, ovvero le persone che al momento dei presunti fatti erano presenti nel ristorante: le due figlie del ristoratore, la moglie e due camerieri. Tutti hanno reso dichiarazioni in contrasto con quanto dichiarato dalla studentessa, affermando che la porta del locale dove sarebbero avvenuti i presunti palpeggiamenti era rimasta sempre aperta e che nessuno di loro aveva visto né sentito nulla.
Oggi la discussione e la sentenza. Il pubblico ministero Stefania Ciccioli ha chiesto la condanna dell’imputato a due anni di reclusione, mentre gli avvocati hanno insistito per l’assoluzione. Il collegio presieduto dal giudice Daniela Bellesi (giudici a latere Federico Simonelli e Franca Pecorari), al termine della camera di consiglio ha condannato l’imputato a un anno e due mesi di reclusione, riconoscendo l’ipotesi della lieve entità e concedendo le attenuanti generiche. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni, la difesa, una volta lette le motivazioni, presenterà ricorso in Appello.