PESARO – Due episodi di violenza in tre giorni nel carcere di Pesaro.
Questa volta il bersaglio è il comandante del Reparto nel carcere di Pesaro e l’aggressore è sempre lo stesso. Lo denuncia la Segreteria Regionale Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, per voce del segretario Nicandro Silvestri.
«Quel che è successo è di una gravità inaudita e sconcertante – spiega -.Purtroppo a nulla sono servite le proteste, le richieste di intervento del Sappe agli Uffici dell’Amministrazione penitenziaria sulle problematiche lavorative, sulle aggressioni e minacce da parte dei detenuti e sull’assegnazione di detenuti con problemi psichiatrici. Nella giornata di lunedì 8 febbraio, verso le ore 10 circa un detenuto di origine italiana con problemi psichiatrici, che già nella giornata di venerdì 5 febbraio aveva prima aggredito senza motivo un agente e successivamente si era autolesionato il corpo, ha rotto gli arredi della propria cella, minacciando di darle fuoco, se non conferiva con il comandante del reparto. Informato in merito il Comandante del reparto della Polizia penitenziaria, ha provveduto a interloquire con il soggetto, il quale a distanza di alcuni minuti di colloqui, ha aggredito il Comandante sferrandogli uno schiaffo al volto, minacciandolo ripetutamente di morte e accusandolo di essere la causa del suo mancato trasferimento in un altro istituto».
Il Sappe contesta e chiede che vengano resi noti i motivi per i quali continuano a essere assegnati all’istituto pesarese detenuti con problemi psichiatrici.
Il Segretario Generale Donato Capece ricorda che nelle ultime settimane il Sappe è sceso in piazza proprio per «denunciare le gravi violenze contro i poliziotti delle carceri italiane, sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e la mancata assunzione di provvedimenti in materia di ordine e sicurezza delle carceri da parte del Ministero della Giustizia a tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sintomo evidentemente di una mancanza di progettualità dell’esecuzione della pena e, in questo, contesto del ruolo dei Baschi Azzurri».