Cronaca

Pesaro, maltrattava la moglie: allontanato da casa e divieto di avvicinare la donna

La squadra mobile ha ricevuto la denuncia di una madre che per anni ha subito insulti, minacce e aggressioni del marito tossicodipendente

PESARO – Maltrattava la moglie da tempo, disposto l’allontanamento da casa e il divieto di vedere la donna.

Nell’ambito delle attività di contrasto del fenomeno dei maltrattamenti in famiglia, gli investigatori della Squadra Mobile di Pesaro hanno eseguito un’ordinanza contenente le misure coercitive dell’allontanamento dalla casa famigliare e del divieto di avvicinamento alla parte offesa, emessa dal G.I.P.  del Tribunale di Pesaro.

È proprio dalla denuncia di una donna che ha trovato la forza di rompere l’isolamento e reagire alle violenze fisiche e psicologiche subite da diversi anni che si inserisce l’odierna operazione di Polizia.

La vicenda ha avuto origine, infatti, all’interno di un problematico rapporto coniugale reso più complesso dalla dipendenza dalle sostanze stupefacenti.
In seguito agli approfondimenti investigativi effettuati, è emerso che le azioni compiute dall’uomo, sulla quarantina, erano costituite dai tipici comportamenti di prevaricazione e d’insensibilità: insulti, minacce gravi, aggressioni fisiche sono state realizzate dall’indagato come se fossero comportamenti naturali e leciti, ma che invece hanno alterato profondamente l’esistenza della donna sino al punto da comprometterne anche la serenità economica e la capacità di autodeterminazione.

La persona offesa aveva cercato di salvaguardare il rapporto coniugale e la figlia minore, senza però aver risultati anche a causa della dipendenza da sostanze stupefacenti. Solo di recente la vittima è riuscita a trovare la forza di rompere l’isolamento, denunciando quanto stava accadendo all’interno della propria casa.

Denuncia che ha consentito all’Aautorità giudiziaria di emettere un doppio provvedimento di allontanamento del marito dalla casa coniugale e del divieto di avvicinamento alla parte offesa, ordinanza che in caso di inosservanza anche temporanea da parte del sottoposto comporterebbe l’applicazione di misure coercitive più gravi fino alla custodia cautelare in carcere.