MACERATA – Travolse un 25enne in sella alla bicicletta, condannato a due anni e quattro mesi l’automobilista. Si è chiuso oggi il processo a carico di P.P., 25enne di Loreto accusato di omicidio stradale. Il giovane alle 5.30 del mattino del 20 maggio di due anni fa, era alla guida della Skoda Octavia che tamponò la bicicletta di Federico Dottori a Scossicci di Porto Recanati. Entrambi i giovani, ciascuno con la propria comitiva, avevano trascorso la serata alla discoteca Mia, poi erano ripartiti alla volta di casa (entrambi a Loreto), P.P. in auto, Dottori in sella alla sua bicicletta.
L’impatto fu violentissimo tanto che Dottori fu sbalzato in un campo di grano adiacente alla strada, il suo corpo senza vita fu ritrovato a sette metri dalla due ruote. Quel mattino vennero effettuati i rilievi e tutti gli accertamenti di rito da cui emerse che l’automobilista aveva un tasso alcolemico di 1,22 g/l. Accusato di omicidio stradale, mercoledì scorso il pubblico ministero di udienza, Enrico Riccioni, al termine della requisitoria chiese la condanna dell’imputato a tre anni di reclusione. Alla richiesta della procura si era associato il legale di parte civile, l’avvocato Emanuele Senesi, che tutela i familiari della vittima.
L’avvocato dell’imputato, il legale Michele Pagano, invece aveva evidenziato diverse circostanze nel corso della sua arringa a sostegno della sussistenza di un concorso di colpa: a suo avviso la vittima circolava con un tasso alcolemico di poco inferiore a quello dell’automobilista, ovvero pari a 1,08 g/l, non avrebbe percorso la pista ciclabile che costeggiava in alcuni tratti la strada e non indossava il giubbotto con segni catarifrangenti. Il legale, inoltre, aveva evidenziato come nel momento dell’incidente la visibilità fosse scarsa e il manto stradale dissestato. Non solo, nel corso della discussione l’avvocato Pagano ha voluto rimarcare come anche il suo assistito non fosse un “pirata della strada” ma un bravo ragazzo tanto quanto la vittima, dedito al volontariato, impegnato su lavoro e privo di precedenti penali.
Oggi il giudice dell’udienza preliminare Giovanni Maria Manzoni ha condannato il 25enne a due anni e quattro mesi di reclusione, riconoscendogli le attenuanti generiche e la diminuente del rito. «Aspettiamo di leggere le motivazioni ma ci riserviamo di fare appello – ha commentato l’avvocato Pagano –, riteniamo la sentenza ingiusta perché non sono stati riconosciuti il concorso di colpa e l’attenuante del risarcimento del danno».