MACERATA – È accusato di aver avvicinato e palpeggiato una donna in pieno centro a Porto Recanati. Rinviato a giudizio un portorecanatese di 61 anni. Lo ha stabilito ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata Domenico Potetti che ha disposto il rinvio a giudizio dell’imputato accusato di violenza sessuale.
I fatti contestati risalgono alla mattina del 3 maggio 2019 quando, secondo quanto denunciato dalla donna, un uomo l’avrebbe chiamata mentre era in piazza e una volta avvicinata l’avrebbe costretta a subire palpeggiamenti nelle parti intime.
A seguito della denuncia il pubblico ministero titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Rosanna Buccini, delegò alla polizia giudiziaria mirate indagini per ricostruire i contorni della vicenda e al termine degli accertamenti chiuse il fascicolo contestando all’uomo il reato di violenza sessuale. Il procedimento era quindi approdato dinanzi al gup.
Nella scorsa udienza il difensore, l’avvocato Domenico Biasco chiese di sentire la persona offesa con la formula dell’incidente probatorio e ieri mattina la donna è stata chiamata in aula davanti al gup Potetti e al pubblico ministero Enrico Riccioni. La donna ha quindi riferito che quella mattina alle 11.15 l’uomo l’aveva avvicinata, poi ha proseguito il racconto con i particolari già riportati in querela. In aula ha poi spiegato che al momento del fatto nella piazza non c’era nessuno se non un negoziante che era distante, a suo dire l’uomo avrebbe sentito ciò che stava accadendo ma non avrebbe visto nulla. La difesa ha invece sostenuto che all’ora indicata dalla donna il 61enne era da tutt’altra parte, in un bar in compagnia di alcuni amici che possono confermare la circostanza. Il gup ha rinviato a giudizio il 61enne fissando l’inizio del processo davanti ai giudici in composizione collegiale, al prossimo 2 marzo.
«Il rinvio a giudizio è un atto dovuto – ha commentato a margine dell’udienza l’avvocato Biasco –, in dibattimento si avrà modo di dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati. Ci sono precedenti – ha poi aggiunto il legale – in cui la persona offesa è stata dichiarata totalmente incapace di intendere e di volere. Ciò al solo fine di valutare attentamente le affermazioni della stessa».