POTENZA PICENA – Per l’accusa avrebbe sfruttato il lavoro di 24 dipendenti. È stato rinviato a giudizio con l’accusa di caporalato, ovvero di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, un 45enne originario di Messina ma residente in Trentino, all’epoca dei fatti direttore del campeggio Natural Village di Potenza Picena (Mc).
I fatti oggetti del procedimento finito oggi all’attenzione del gip del Tribunale di Macerata Claudio Bonifazi, risalgono al 2019 quando, secondo la ricostruzione della Procura, l’allora direttore avrebbe approfittato della necessità di lavorare di 24 persone, tra italiani e stranieri. Gli stranieri, in particolare, avevano bisogno di lavorare non solo per guadagnarsi di che vivere ma anche per ottenere il permesso di soggiorno o per rinnovarlo. Così, per l’accusa, sostenuta in aula da pubblico ministero Enrico Barbieri, l’imputato avrebbe pagato i dipendenti con retribuzioni definite “palesemente insufficienti” e comunque sproporzionate rispetto alla quantità e alla qualità del lavoro prestato, corrispondendo emolumenti e/o contributi previdenziali inferiori fino all’80% rispetto al dovuto. Non solo.
Avrebbe anche violato ripetutamente la normativa relativa all’orario di lavoro (mantenendo in servizio i dipendenti oltre il limite massimo previsto) e ai periodi di riposo (non riconoscendoli di fatto pur se calcolati nelle buste paga). L’imputato, difeso di fiducia dagli avvocati Michael Walzl e Marin Ohrwalder del foro di Bolzano, oggi sostituiti dal collega del foro maceratese Paolo Carnevali, ha deciso di non richiedere riti alternativi ed è stato rinviato a giudizio al prossimo 19 settembre. Tre dei lavoratori si sono costituiti parte civile con l’avvocato Marco Romagnoli.