Cronaca

San Severino, botulino senza l’Aic: nei guai una dermatologa

Il caso era venuto alla luce dopo un controllo dei carabinieri del Nas in un centro medico. Oggi la dottoressa ha chiesto e ottenuto la sospensione del procedimento con messa alla prova per estinguere il reato

SAN SEVERINO MARCHE – Accusata di aver utilizzato botulino proveniente dall’estero senza Aic, l’Autorizzazione ed immissione in commercio, oggi una dermatologa recanatese ha presentato istanza di messa alla prova. La richiesta è stata accolta dal giudice, l’esito positivo le consentirà di estinguere il reato.      

I fatti contestati risalgono a settembre del 2021 quando i carabinieri del Nas di Ancona e del Comando per la tutela della salute eseguirono dei controlli in un centro medico di San Severino dove la dottoressa lavorava. Nel corso delle verifiche furono trovate due fiale utilizzate di un farmaco utilizzato per il trattamento delle rughe del volto e prodotto, presumibilmente in Oriente. Le indicazioni sulle fiale non erano in italiano e in base a quanto accertato dagli investigatori quel farmaco non aveva l’Aic, l’Autorizzazione ed immissione in commercio. La dottoressa riferì di avere altre cinque confezioni e tutte furono poste sotto sequestro.

L’esito dell’accertamento fu segnalato in Procura e il pubblico ministero Rita Barbieri contestò alla dermatologa i reati di commercializzazione e utilizzo del farmaco privo di Aic, e somministrazione di farmaci imperfetti e in modo pericoloso per la salute poiché privo dell’Aic.
Oggi il difensore della professionista, l’avvocato Donato Attanasio, ha richiesto la sospensione del procedimento con messa alla prova al giudice Domenico Potetti che ha ammesso la richiesta. L’accusa in aula era sostenuta dal pubblico ministero Francesca D’Arienzo.